Vinexpo 2013, battuti tutti i record… stranieri

Vinexpo 2013 batte tutti i record di affluenza di operatori stranieri. La fiera del vino di Bordeaux è la più importante del mondo perché vino nel mondo vuol ancora dire Francia e perché comunque resta un punto di riferimento fondamentale per il mondo Business. Non è infatti come Vinitaly dove gli appassionati possono entrare pagando un biglietto (giustamente piuttosto salato, comunque). Qui possono entrare solo gli operatori di settore, più la stampa. Ne consegue che è un’occasione per parlare di questo settore dal punto di vista della salute… finanziaria, oltre che degustativa.

L’Italia del vino c’è, eccome. Specialmente buyers di iper e supermercati dal lato visitatori e tutti o quasi i produttori più importanti, organizzati per consorzi o con l’appoggio degli enti pubblici. “Non puoi non venire qui a Bordeaux se punti forte sull’export” – ammette Antonio Rallo, presidente di Assovini Sicilia, presente qui in forze con uno stand ad hoc di grande visibilità grazie all’Irvos, l’Istituto regionale vini e oli siciliani – “E’ vero che ci sono altre fiere importanti, specialmente in Asia, ma questo appuntamento resta un punto di riferimento mondiale”. Il comparto siciliano è uno dei più proiettati verso l’export già da tempo e i suoi vini sono già molto conosciuti e apprezzati. La Sicilia ha capito vent’anni fa che doveva fare il salto di qualità e lo ha fatto con, spesso, grande successo, meritandosi un ruolo di locomotiva (una delle, ovviamente) per quanto riguarda il vino italiano all’estero: lo dimostrano la trentina di aziende venute a Bordeauz.
Ma l’Italia può fare ancora molto. Altre regioni possono e devono proiettarsi verso il mondo con sempre maggiore intensità. La Puglia per esempio è una regione che sui mercati mondiali è arrivata un po’ più tardi ma con successo: “Noi siamo sicuramente una regione nuova per il cosumatore internazionale – spiega Luigi Rubino, presidente del Consorzio Puglia Best Wine – ma negli ultimi 5 anni stiamo continuando a crescere a due cifre perché siamo una occasione per il consumatore di allargare la sua conoscenza del vino italiano al di fuori delle regioni traino come il Veneto, la Toscana o il Piemonte, con prodotti di grande riconoscibilità rimando pur sempre Made in Italy”.
Consideriamo che l’edizione 2013 di Vinexpo ha ricevuto la visita di quasi 50mila presenze – tutte business, ricordiamolo – da ben 148 paesi nel mondo. Se diamo un po’ di numeri, scopriamo che i professionisti cinesi sono cresciuti di ben oltre il 13% rispetto alla precedente edizione nonostante le gigantesche fiere locali, i giapponesi del 17%, gli indiani del 32%, i vietnamiti del 20% , stesso incremento dei professionisti del vino provenienti dalla Malesia (21%).  E il resto del mercato globale? Crescono del 13%  i visitatori dal Canada e questa dovrebbe essere una buona notizia vista la forte comunità intaliana presente in loco, sfiora il +10% la Russia e segna un incredibile +55% l’Austria. Il resto dell’Europa è stabile o poco di più, così come la presenza di businessmen statunitensi. Questo tanto per capire dove va il mondo e dove devono andare le nostre aziende per scoprire nuovi mercati.
E il vino? Esclusi gli italiani, diciamo che ci hanno colpito in generale i vini argentini, sorpreso alcuni di quelli brasiliani, trovate chicche a Santorini e letteralmente entusiasmato moltissimi rosati provenzali. Chi ha orecchie… Ma ne parleremo prossimamente. Stay tuned!
Sergio Bolzoni

2 risposte a “Vinexpo 2013, battuti tutti i record… stranieri

  1. Buonasera.
    Alla redazione.
    Mi chiedo perchè non parlate del lato oscuro riguardante la produzione del vino ?
    Censurare una cosa del genere è dimostrazione di come le lobby dei produttori, vi tenga appesi
    all’amo e la paura di scontrarsi con loro, sia una realtà ingiustificata.
    Stiamo parlando della salute delle persone e sinceramente sapere che, sono il primo del mondo
    non mi interessa minimamente.
    La gente è cosciente di quello che succede e prima o poi, il vero abuso, salterà fuori e le varie
    cantine, pagheranno il conto.
    Cordialmente.

    • Gentile Marco,
      il problema della salute degli operatori agricoli è un discorso importantissimo e complesso ma non è oggetto di questo blog. Proveniendo da una famiglia che ha avuto anche membri che lavoravano nei campi (le risaie del Pavese) so benissimo di cosa parla ma, come detto, qui parliamo solo del prodotto finale (il vino). Argomenti riguardanti la salute vengono trattati nella pagina apposita di Tgcom24 Salute.
      Quanto al discorso delle lobby è talmente poco vero, riguardo Avvinando, che raramente troverà menzionate bottiglie appartenenti ai colossi del settore e se ci fa caso moltissime grandi case non ci sono proprio. Qui si parla solo di vini che ci piacciono e di iniziative che ci convincono. Il che è anche un limite, ma non abbiamo nessuna pressione e nessuno ci chiama tanto questa cosa è nota.
      Cordiali saluti
      Sergio Bolzoni

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