Cantina La Grazia, la start-up della Valtellina: e chi ben comincia…

Un sabato di questo torrido agosto si va in Valtellina, a Tirano. La classica segnalazione di amici che ti dicono: “Assaggia questo”, “prova quello”. Di solito, se ci fidiamo, si compra la bottiglia e via. Stavolta però l’indicazione è: “E’ una cantina nuova, vai su che merita”. Dato che ci fidiamo chiamiamo e organizziamo. In quel di Tirano troviamo ad aspettarci Paolo Oberti, titolare appassionatissimo della cantina “La Grazia“, in onore della moglie, che ci presenterà le sue prime annate prodotte. Insomma ci troviamo di fronte a una vera start-up del vino.

Paolo Oberti racconta della sua passione per il vino, del fatto che dopo aver fatto di tutto, dalla politica, all’imprenditoria, al sociale (se andate a trovarlo fatevi raccontare perché c’è quel trenino rosso in bottiglia), abbia ceduto alla passione di una vita e abbia deciso di fare una scelta difficile, quella di preservare la tradizione di una viticultura eroica valtellinese (e bastano 5 minuti su per i bricchi dove si trovano i vigneti per capire qui eroica lo è davvero) cercando però di innovare il risultato, cioè il vino. Innanzitutto nella scelta: quanti di voi hanno assaggiato un bianco della Valtellina? Notoriamente è terra di rossi, e che rossi!, con l’uva Chiavennasca (Nebbiolo) a farla da padrona.

Oberti no. Lui fa anche il bianco, e che bianco! Si chiama Opul, classificazione Terrazze Retiche di Sondrio Igt, è udite udite un Pinot bianco in blend con due uve della tradizione locale come la Rossola e la Pignola (scheda tecnica qui). Innovazione e tradizione: mica una di quelle scelte facili per iniziare! Fresco, profumato e, grazie a una nota leggermente agrumata, estremamente beverino. Del weissburgunder per dirlo alla tedesca mantiene quel sentore di mela golden che lo propone perfetto per un aperitivo di classe. Qui però c’è una struttura che lo rende adatto anche al pesce crudo e, perché no, anche a una buona bresaola. Saranno le uve della tradizione? Chi lo sa.

Il rosso si chiama Scintilla, annata 2015 ed è un Rosso di Valtellina doc, e come tale non può serbare più di tante sorprese nell’uvaggio: tutta Chiavennasca e stop (scheda tecnica qui). Quello che sorprende è la profondità di bevuta: è un sorso che sembra non finire mai, caldo, alcolico ma estremamente equilibrato. Durante la degustazione dobbiamo ricordarci che si tratta della prima uscita di una cantina nuova e stupisce che abbia già questi risultati. Significa che si lavora bene sin dalle vigne e facendo un giro tra i filari, nella estrema parcellizzazione della zona di Tirano, si capisce subito quali sono quelli della cantina La Grazia…

In chiusura parliamo di prezzi: 14 euro sia Opul che Scintilla. Non certo un “primo prezzo” ma qui parliamo davvero di vini di alto livello creati da una vera viticoltura eroica: i micro appezzamenti sono posti in luoghi della montagna da cui davvero si può arrivare solo a piedi e sì, nel bicchiere tutto ciò si sente. Inoltre sappiamo, perché li abbiamo assaggiati, che i vini della Cantina La Grazia andranno sempre in migliorando nelle prossime annate. Quindi valgono il prezzo che costano, senza se e senza ma. C’è aria nuova in Valtellina, val la pena di assaggiarla.
Sergio Bolzoni
@sergiobolzoni

6 risposte a “Cantina La Grazia, la start-up della Valtellina: e chi ben comincia…

  1. Ci si può improvvisare in qualsiasi attività , fare vino é semplice , fare vino buono richiede tanta esperienza , competenza ed uve adatte e di qualità. Non basta assumere un enologo.
    Ma dove sono le uve di qualità in questo prodotto ? Adatte a fare vino bianco ? E il resto ? Per finire un prezzo fuori mercato , in fondo è vino di “opolo “ ( opul ) vigneti di scarsa qualità posti a fondovalle in zone plurive non sulle coste esposte al sole. Buona fortuna ne serve parecchia.

    • Beh se il weissburgunder non è adatto a fare vino bianco… Concordo con lei che per fare vino buono ci voglia competenza e uve adatte. Secondo me qui ci sono entrambe. Con l’esperienza senza dubbio migliorerà. Non a caso il titolo dell’articolo parla di “Chi ben comincia”. Significa che può fare ancora tanta strada. Per quanto riguarda i vigneti quelli che ho visto io sulle coste delle montagne ed esposte al sole lo sono pure troppo. Molti dei baroli (visto che parliamo pur sempre di nebbiolo) più venduti non godono di situazioni così. Poi certo sta a loro lavorare tanto, bene e nella direzione giusta. Vedremo con il tempo. Cordiali saluti

    • Buongiorno, penso che la miglior risposta sia un invito in loco per verificare di persona quanto stiamo facendo.
      Certo che al giorno di oggi aprire un a nuova attività concordo che ci voglia un po’ di pazzia e tanta fortuna.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *