Valle dell’Acate, modernità e tradizione del vino siciliano.

Nella splendida cornice di Palazzo Serbelloni a Milano, abbiamo assaggiato le ultime annate dei vini di Valle dell’Acate, realtà tra le più dinamiche del ragusano, che esprime proprio questo territorio attraverso vini ottenuti da uve autoctone e tradizionali, ma non solo, in un’ottica moderna che li rende molto versatili e apprezzabili. Continua a leggere

Sicilia, nasce lo spumante dei Nebrodi

da www.parcodeinebrodi.it

da www.parcodeinebrodi.it

Torniamo ancora a parlare di Sicilia. E’ nato lo spumante dei Nebrodi. Il prodotto della cantina sperimentale dell’Irvos è stato presentato alla stampa, alle autorità locali e alle aziende. Lo spumante è ottenuto con metodo classico a partire da uve Catarratto.
Il progetto “Nebrodi” si propone di studiare la potenzialità delle zone montane per la produzione di vini spumanti. Nelle aree montane dei Nebrodi il vigneto era presente fino a qualche decennio fa in maggiore misura. Continua a leggere

Cinque Nero d’Avola alla cieca: da 5 a 50 euro

I cinque Nero d'Avola della degustazione

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L’occasione è ghiotta: cinque bottiglie di Nero d’Avola da degustare alla cieca nella propria cucina insieme a un gruppo di amici. Loro non sanno nemmeno di che bottiglie si tratta. Io che ho messo il foglio di allunimio alle bottiglie esco dalla stanza e lascio che uno di loro segni le bottiglie con dei numeri. Ovviamente una riccca cena fa da corredo al tutto.  L’idea era di quelle balzane: scegliere una bottiglia per fascia di prezzo e vedere alla cieca l’effetto che fa. In realtà ci siamo riusciti solo in parte. Comunque questi erano i “campioni” selezionati. Nero d’Avola Settesoli, 4,65 euro; Nero d’Avola Baglio di Pianetto, 8,69 euro; Chiaramonte di Firriato 9,89 euro; Tancredi di Donnafugata (unico blend con cabernet sauvignon, tannat e altre uve) 17 euro, Mille e una Notte Donnafugata 46 euro. Tutti i prezzi sono relativi a supermercati brianzoli del Lecchese. Vediamo i risultati.

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La ricetta per l’export di Nicosia: “Comunicare i microterritori come l’Etna”

Continuiamo il nostro giro tra le aziende che a Vinexpo lavorano per combattere la crisi. Abbiamo incontrato Giuseppe Monaco, responsabile estero di Nicosia azienda siciliana che fa dell’Etna il suo punto di forza. Il vino dell’Etna si sa sta vivendo un grande momento, in Italia. Quello che abbiamo cercato di capire con Nicosia è come si fa a comunicare un territorio all’interno di una doc addirittura appena nata come quella Sicilia. L’opinione di Romano è che l’Italia “deve” puntare sulle realtà micro-regionali e comunicare col consumatore maturo ed evoluto. Clicca e guarda l’intervista.

Il vino dei Romani rinasce in Sicilia

Sulla questione se ne sono sentite di tutte e di più. Ora il vino degli antichi Romani potrebbe rinascere in Sicilia, dove si tenterà di riprodurre un vigneto seguendo in maniera fedele le istruzioni contenute in alcuni testi romani. L’esperimento sarà condotto dall’Istituto per i beni archeologici e monumentali del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibam-Cnr) a Catania in collaborazione con la cattedra di Metodologie, cultura materiale e produzioni artigianali nel mondo classico dell’Università di Catania.
L’obiettivo del progetto è verificare sperimentalmente e tradurre in pratica le antiche tecniche romane di produzione del vino: dal prelievo delle talee fino alla vendemmia, passando per lo scavo delle fosse e l’utilizzo di strumenti antichi ricostruiti. Le istruzioni che saranno seguite sono contenute in alcuni testi risalenti al periodo compreso fra il I secolo avanti Cristo e il II secolo dopo Cristo, come il secondo libro delle Georgiche di Virgilio e il De Agricultura di Columella. Continua a leggere

In Sicilia è iniziata la vendemmia

Una grande festa anche per i più piccoli: in Sicilia è cominciata la vendemmia. Nelle campagne si suona, si fa musica, ma soprattutto si assaggiano le uve e si pensa al vino da produrre. Una vendemmia che comincia al calare del sole, quando le temperature scendono e le uve raccolte possono conservare al meglio le loro qualità.


Qui siamo nel territorio di Contessa Entellina nell’entroterra siciliano, Tenuta Donnafugata. Centinaia le persone che hanno partecipato all’inizio della stagione della vendemmia che comincia con le uve chardonnay. Un’ottima annata – dicono i produttori – certi che quest’anno le uve daranno il meglio e i vini saranno eccellenti. Continua a leggere

Il viaggio decennale di Sicilia en primeur

Sicilia en primeur, la manifestazione organizzata da Assovini Sicilia è giunta quest’anno alla decima edizione. Occasione quindi per fare un po’ il punto. Tgcom24 ha la fortuna di parteciparvi da molti anni e ogni volta è stato possibile incontrare aziende diverse e degustare vini talvolta nuovi, talvolta presenti sul mercato da decenni. Non per piaggeria, ma il lavoro fatto da questa associazione di produttori di vino è stato negli anni davvero di prim’ordine. Sicuramente un successo è stato l’arrivo alla Doc Sicilia che garantirà riconoscibilità del vino siciliano (e protezione dai taroccamenti, visto che ogni bottiglia è tracciabile dal consumatore) sui mercati internazionali, dove si gioca la vera partita del business enologico dei prossimi decenni. In questo senso ha ragione da vendere, pur con tutte le preoccupazioni legate alla contingenza economica, il presidente di Asssovini Sicilia Antonio Rallo a rivendicare a Sicilia en primeur il ruolo di volano “nel proiettare fuori dai confini dell’isola l’orgoglio del nome Sicilia. Dieci anni che hanno visto crescere in maniera esponenziale l’immagine dei vini siciliani nel mondo”.

Già ma come sono cambiati, se sono cambiati, in questi ultimi dieci anni i vini siciliani? La risposta non può essere univoca. Un po’ perché più o meno ogni provincia è un mondo enologico a parte (i produttori amano dire che per il vino la Sicilia è un continente, più che un’isola), un po’ perché ci sono cantine da diversi milioni di bottiglie accanto ad alcune da poche decine di migliaia. Continua a leggere