Unesco: i vigneti di Langhe, Roero e Monferrato diventano patrimonio dell’umanità

BaroloSono i vigneti del Barolo e del Barbaresco, ma anche del Dolcetto, del Nebbiolo, del Roero, dell’Arneis, del Barbera e dello Spumante e del Moscato d’Asti. Sono diventati il 50° sito patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco in Italia. Chiunque ci sia stato almento una volta ricorda la assoluta perfezione delle colline di Langhe, Roero e Monferrato, che, sopratutto nelle prime, assurgono a paesaggio quasi irreale, con quelle vigne ordinate alla perfezione. Barolo, Monforte, Serralunga, Nizza, Canelli, tanti i nomi di paesi che sanno di vino, di vino buono. Dopo anni di lavoro a Doha in Quatar hanno riconosciuto l’importanza del lavoro di generazioni di contadini e vignaioli che hanno plasmato un territorio straordinario per la qualità del prodotto e per la bellezza dell’insieme. Quelle vigne del Piemonte quindi sono considerate nel mondo da oggi come il centro storico di Firenze, o la Cappella Sistina. Continua a leggere

La birra patrimonio dell’umanità?

Ebbene sì. I produttori di birra tedesca hanno lanciato un’offensiva affinché la birra tedesca, fabbricata secondo lo storico “obbligo di purezza” che vieta l’uso di qualsiasi additivo chimico, venga inserita nel patrimoni culturali dell’umanità, quelli tutelati dall’Unesco per intenderci. Una domanda in tal senso, secondo quanto riferisce la Bild, è già stata inoltrata alle Nazioni Unite, che dal 2013 hanno incluso nella lista dei tesori universali, oltre a città e paesaggi, anche le tradizioni famose.

L’obbligo di purezza tedesco, risalente al 1516 , prescrive che la birra sia prodotta solo con acqua, malto, luppolo e lievito. E’ grazie a questo precetto se la “Germania è considerata senza rivali nazione della birra”, ha dichiarato il presidente dei produttori di birra tedeschi, Hans-Georg Eils.
Nel terzo trimestre di quest’anno i tedeschi hanno bevuto 27 milioni di ettolitri di birra, con un aumento del 3,2%.