L’azienda di cui parliamo invece è originaria di Milo, coltiva uve da secoli e scusate se è poco. In cantina dispongono infatti di bottiglie vecchie di decenni che regalano sorprese come testimoniato nella nostra visita. La bottiglia degustata è un 2010, che già in annata di commercializzazione l’anno scorso ci era piaciuto molto (come si capisce da qui), ma c’era rimasto il dubbio che da qualche mese ulteriore in cantina avesse tutto da guadagnare. E così abbiamo fatto passare un altro inverno e ai primi giorni di primavera (si fa per dire visto il clima) abbiamo stappato la bottiglia e… Insomma, chi si loda s’imbroda si dice dalle nostra parti, però come succede per i grandi nebbioli anche questo Etna rosso raggiunge col tempo una grazia, una eleganza e una profondità davvero straordinarie. Il colore rimane un bel rosso rubino scarico, il bouquet al naso diventa da frutti rossi a floreale, con profumi di rosa, gelsomino e un sottofondo di note balsamiche e di macchia mediterranea. In bocca è gentile, mai invadente ma con una lunga persistenza e retrogusto senza amarezze. Non aspettatevi il classico vino del sud, opulento ed esuberante.
Questo è un vino da ascoltare, che si abbina a pasti normali e che lascia soddisfatti sin dal primo sorso. Da un punto di vista della forza dobbiamo dire che non sembra affatto di bere un 13 gradi e probabilmente non ha nel corpo la sua dote principale. Vi conquisterà invece con le sue storie, coi tanti profumi e sapori nascosti che necessitano di un po’ di tempo per venire colti (in parole povere aprite la bottiglia una mezz’ora ora prima, versate il vino nei bicchieri e lasciatelo respirare sul tavolo; in questo modo sarà pronto per la cena o pranzo che sia). Un gran bel vino, per palati attenti.
Sergio Bolzoni