E’ il riconoscimento di un cammino partito dieci anni fa quando si decise la candidatura e che arriva in un momento decisivo per la viticoltura italiana e piemontese con l’export che dopo anni in cui a malapena “ha tenuto” tenta il rilancio coi primi barlumi di ripresa.
“E’ un’emozione essere negli Emirati a parlare del nostro piccolo Piemonte – ha detto il neo assessore regionale alla Cultura, Antonella Parigi – e a farci dire che le nostre colline sono un patrimonio inestimabile da preservare. La nomina – aggiunge – è il frutto di 10 anni di lavoro caparbio. Vi hanno creduto giunte di colori diversi e, soprattutto, il territorio”.Siamo davanti a regioni come la Bourgogne e la Champagne – chiosa Parigi – che stanno preparando ora i loro dossier. Per una volta siamo arrivati primi”.
Tra gli altri è diventata patrimonio dell’umanità dell’Unesco la Grotta di Chauvet, uno dei più importanti siti preistorici nel sud della Francia, la cittadella di Ebril, cuore del Kurdistan iracheno e il Cammino degli Incas, capolavoro di ingegneria preispanica che attraversa l’America del Sud da nord a sud toccando anche i 5.000 metri d’altitudine e sei Paesi: Perù, Cile, Colombia, Ecuador, Argentina e Bolivia.