Avvinando

Cusumano Salealto, il nuovo cru di Tenuta Ficuzza

Un uvaggio, “Salealto”, che possiamo davvero definire unico, perche risultato di un matrimonio per nulla usuale tra Grillo, Zibibbo e Inzolia, tra i vitigni più conosciuti di Sicilia. Un vino frutto di una sperimentazione durata tre anni, che nasce da Cusumano a Ficuzza, poco distante da Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo, in una riserva naturale dove la macchia mediterranea si mescola ai boschi di montagna.

Diego e Alberto Cusumano lo volevano presentare lo scorso aprile in occasione del Vinitaly. E’ andata come tutti sappiamo e allora, ecco l’idea di spedire una bottiglia di quel vino nuovo ad un gruppo selezionato per una degustazione guidata, utilizzando una di quelle piattaforme online per video conferenze tanto in voga – giocoforza – in questo periodo di emergenza Covid-19.

“Salealto” si chiama così per la spiccata sapidità e per l’altitudine della zona dove viene prodotto, siamo a 700 metri sul livello del mare. Qui Ferdinando IV di Borbone, nei primi anni del 1800, fece edificare la Real casina di caccia di Partinico, proprio dove oggi si trovano i vigneti della tenuta di Ficuzza.

Le uve vengono raccolte e lavorate separatamente, per poi affinarle insieme, in parti eguali, proprio nella cantina che fu del Re Nasone, rimanendo quasi un anno sulle fecce fini, sino alla vendemmia successiva. Un cru 100% made in Ficuzza, anche i lieviti infatti sono quelli del territorio.

Un vino elegante, fresco, di grande bevibilità, con un leggero tocco aromatico regalato dallo Zibibbo, da abbinare – consiglia Diego Cusumano, quasi ad immaginare di versarlo al commissario Montalbano – ad un piatto di pasta con broccoli e sarde oppure a degli spiedini di pesce spada al pistacchio.

Solo 6000 le bottiglie prodotte per l’annata 2018, destinate a ristoranti ed enoteche. Impegnativo il prezzo – intorno ai 40 euro – ma trattandosi di un vino con antenati reali …

Paolo Brinis

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