E’ stato quantomeno curioso scoprire la Malvasia del Salento grazie a chi – da quattro generazioni – produce vini ros
Gian Andrea Tinazzi, contadino nel profondo dell’animo, come gli piace sottolineare, 70 anni e non sentirli, ha iniziato a vinificare anche in Puglia all’inizio del nuovo millennio: Primitivo di Manduria, Negroamaro, Aglianico e appunto la Malvasia, vitigno di origine greca, nella sua doppia declinazione a bacca nera e bianca.
Si chiama Alèa la Malvasia bianca di Feudo Croce, una cantina con annessa masseria – poco distante da Taranto – circondata da ulivi e vigneti autoctoni che crescono su terreni calcarei ed argillosi. Dal colore giallo paglierino, matura in acciaio fino all’imbottigliamento e raggiunge una gradazione alcolica di 12,5°.
Noi abbiamo degustato quest’ultima, vendemmia 2019, prima come fresco aperitivo, poi abbinandola a degli scampi e un branzino al forno.
Un vino secco e aromatico, che non fa legno e che da l’idea di primavera, con sentori di agrumi e fiori di pesca.
Distribuita attraverso i canali Horeca – alberghi, enoteche, bar e ristoranti – è possibile acquistare questa Malvasia bianca del Salento anche online ad un costo di circa 8 euro a bottiglia.
Paolo Brinis