Partiamo con i metodo Martinotti o Charmat, dove cioè la rifermentazione per ottenere gli spumanti avviene in grandi contenitori chiamati autoclavi, per chi cercasse bolle che puntano solitamente alla piacevolezza più che alla complessità
Prosecco Rosè Brut Millesimato 2019 Ca’ di Rajo. Per tutto c’è una prima volta e questa è la nostra prima volta con un prosecco rosé. Il colore è meraviglioso, per dirla brutalmente c’è tutto quel che deve esserci nel prosecco, freschezza, frutto, piacevolezza ma impreziosito da un tocco di pinot nero che dà peso ed eleganza. Per chi volesse provare una delle novità che ha fatto più discutere gli appassionati quest’anno.
Prosecco Brut Casa Canavel. Il prosecco come deve essere senza scimmiottare altre prestigiose bollicine: fresco, profumato e assolutamente beverino. In bocca ha una buona acidità a sorreggere una bella amabilità. Costa il giusto e lo si apprezza non solo come aperitivo. Attenzione che la bottiglia finisce in fretta.
Prosecco di Valdobbiadene Brut ‘Col Credas Adami. Altra bottiglia di prosecco dal rapporto qualità prezzo notevole. Qui siamo nel territorio della finezza, sia a naso che al palato. In bocca è asciutto ma persistente, insomma un gran bel bere.
Ricordo di San Luca Pignoletto Cantina Valsamoggia. In alternativa al prosecco, quello tradizionale, una bollicina dai Colli Bolognesi. Certo noi siamo di parte quando si parla di pignoletto e portici di San Luca ma qui c’è una bolla leggera e tipica dal rapporto qualità prezzo clamoroso. L’ingresso con sensazioni dolci sfuma poi verso le tipiche note ammandorlate e aromatiche. Vino conviviale tutto piacevolezza e freschezza perfetto per l’aperitivo.
Il Frappato Brut Santa Tresa. Rosé siciliano da una zona, quella di Vittoria, e da un’uva autoctona, il frappato, che molto amiamo. Una bella sorpresa, piacevolissima e stuzzicante. Bollicina non troppo aggressiva, morbidezza e bella sapidità per un vino gastronomico da sorseggiare col pesce e con le carni bianche.
Cadelvento Rosato Venturini Baldini. Chi ci segue sa che il lambrusco non manca mai nelle nostre carrellate. Qui parliamo di Sorbara e Grasparossa in versione rosè. C’è una bella finezza con sensazioni floreali e fruttate e una freschezza tagliente. Per il pesce e le paste della tradizione certo, ma noi oseremmo anche per il brindisi con lo zampone e le lenticchie.
Pinot Nero Brut La Versa. Pochissimi euro al supermercato per una bollicina dalla storica cantina dell’Oltrepò Pavese che fa dell’equilibrio e della pulizia la sua forza. Chi non vuole spendere un capitale non resterà deluso.
Leonia Pomino Brut 2015 Frescobaldi. Chardonnay con un pizzico di pinot nero dalla Toscana con 30 mesi di affinamento sui lieviti. Al naso c’è frutta bianca, cedro e note di pasticceria. Avvolgente e insieme fresco con un lungo finale. Bolla “mediterranea” che può accompagnare qualche bella preparazione di pesce anche sostenuta.
Cuvée ‘More Gian Marco e Letizia Moratti Castello di Cigognola. Bella bollicina da Pinot Nero dall’Oltrepò Pavese, territorio da sempre votato alla spumantizzazione. Corpo, freschezza e complessità con note agrumate, floreali e di panificazione per una bolla che può essere gastronomica o perfetta anche solo per un brindisi.
Zamuner Daniele Riserva del fondatore 2008. Una bottiglia fan-ta-sti-ca. Trovata per caso in un ristorante è stata una delle scoperte dell’anno: a naso non smetti mai di scoprire sentori nuovi e avvincenti, introdotto in un gioco di profumi da far girare la testa. In bocca è pieno, rotondo ma con quell’accenno di leggera sapidità che non lo fa diventare mai stucchevole. Il prezzo inizia a diventare importante, certo. Ma come poche altre volte ampiamente giustificato.
Blanc de Noirs 2016 Altemasi. Bolla da pinot nero quest’anno al suo esordio. E che esordio! Siamo in Trentino, altro territorio storico nella spumantistica italiana. C’è una bella avvolgenza con note complesse ed eleganti per un vino deciso al contempo delicato, che punta su acidità e struttura.
Aquila Reale Brut Riserva 2010 Cesarini Sforza. Il top di gamma della storica cantina sempre dal Trentino. Novanta mesi sui lieviti per una bolla d’altitudine da un unico vigneto. Vino di grande complessità e spinta, dalle note agrumate, di mela, frutta candita e crosta di pane che conquisterà gli amanti delle bollicine.
Arunda Brut Rosé. Non siamo certo teneri, di solito, con i molti rosé italici che si dovrebbero fare in modo diverso. Ma qui siamo davanti a uno spumante particolarmente azzeccato. Morbido e profumato quanto serve ma anche con la dovuta acidità che si deve a uno spumante. Anche qui prezzo importante ma vale la pena anche per capire come affrontare questa particolare tipologia di bollicine. Didattico.
Tanti Auguri da Sergio e Raffaele