Avvinando

Mercato dei vini FIVI 2016: a Piacenza l’appuntamento con i vignaioli indipendenti

dsf3993-3872x2581Ci sono manifestazioni cui ci piace partecipare ogni anno per l’atmosfera e per la qualità dei produttori e dei vini proposti. Una di queste è senza dubbio il Mercato dei vini della FIVI, Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, associazione cui possono aderire solo i produttori che secondo lo statuto “coltivano le vigne, imbottigliano il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto”.

Come sempre in questi casi vi raccontiamo un po’ di cose che abbiamo assaggiato e che ci sono piaciute, alcune delle quali espressione di cantine diventate “leggendarie” in Italia.

Partiamo proprio da una di queste, un’azienda i cui vini non hanno davvero bisogno di presentazioni, Pieorpan che è da molti anni uno dei portabandiera del Soave di grande qualità nel mondo. I due Cru, ovvero i vigneti particolarmente pregiati dalle cui uve si ottengono gli omonimi vini, ci hanno davvero conquistato. Il Soave Classico Calvarino 2014 ha note floreali, fruttate e allo stesso tempo è vulcanico e verticale, elegante, fresco e lungo mentre il Soave Classico La Rocca 2014 è più rotondo e opulento, con note di frutta, nocciole e spezie, e ha un finale gessoso, persistente e fresco. Due bianchi insomma che possono competere a un livello internazionale!

Restando nel veronese da Prà abbiamo provato il Valpolicella Morandina 2015, un rosso piacevolissimo e beverino, esuberante e di grande acidità, che piacerà anche agli amanti del bianco, il Valpolicella Ripasso Superiore Morandina 2014, più complesso e morbido ma ugualmente fresco, e l’Amarone della Valpolicella 2011, un vino di grande corpo e complessità, con note di confettura, rabarbaro, spezie, tabacco e cacao amaro, che allo stesso tempo ha sapidità, acidità e tannino e, quindi, grande equilibrio e facilità di beva.

Spostandoci in Valtellina, abbiamo incontrato Ar.Pe.Pe., una delle aziende più rappresentative del territorio che da anni promuove ad altissimi livelli il nebbiolo di montagna. Il Rosso di Valtellina 2014, è un nebbiolo magro e di grande freschezza, un rosso di bevibilità e piacevolezza assoluta da abbinare senza paura anche a piatti a base di pesce. Il Valtellina Superiore Grumello Rocca De Piro 2011 è più rotondo e succoso, ma grande beva e di persistenza speziata. Il Valtellina Superiore Sassella Riserva Rocce Rosse 2007 è un vino strepitoso, elegante, complesso, bilanciato, con una grande sostanza sostenuta da un’acidità e un tannino straordinari e integrati in un vino che non ci stancheremmo mai di bere e dalla grande versatilità gastronomica.

In Calabria da A’Vita abbiamo assaggiato il Cirò A’Vita Riserva 2008, anno della prima vendemmia. Una grande sorpresa, con un tannino ancora tagliente ma integrato, evoluto, più dolce. Un vino fresco, salino, persistente con note di rabarbaro, balsamiche, mentolate, di tabacco, un vino che potrà ancora essere aspettato a lungo e che esprime tutte le potenzialità del territorio calabrese.

Altra grandissima scoperta è stata Vis amoris, realtà ligure che ha fatto del pigato in tutte le sue declinazioni il proprio marchio di fabbrica. Il Sogno 2014 è un piccolo gioiello elegante, floreale, salino, mediterraneo con sentori terziari di idrocarburo. Il Domè 2015 ha maggiore morbidezza, con una freschezza e una mineralità gessosa lunghissima, davvero tanta roba. Interessantissimo anche il Metodo Classico Millesimato 2012 che, in linea con gli altri, ha stuzzicanti note terziarie e mediterranee, con una sorprendente grassezza e rotondità al palato.

Vigneti Massa è un’azienda che non ha bisogno di presentazioni e che ha il merito di aver reinventato il timorasso, vitigno bianco del tortonese dalle grandi potenzialità. I suoi tre Cru sono vini pazzeschi, lo Sterpi 2014 è un vino nervoso, fresco, minerale con accenno di mineralità, ma elegante e complesso con un lungo finale, il Corte del Vento 2014 ha un naso dalle note dolci, di miele e canditi, in bocca è rotondo, caldo ma con splendida mineralità, il Montecitorio 2013 ha una freschezza pizzicante, salata e una lunghezza sapida al contempo avvolgente. Tre vini di complessità, potenziale evolutivo e finezza che hanno fatto della cantina una delle leggende del mondo del vino italiano.

Lo storico produttore Lino Maga, altro “mito” questa volta dell’Oltrepò Pavese, ci ha regalato una verticale meravigliosa. Il Barbacarlo 2013, fresco e persistente, ha un tannino potente, il 2012 è un vino più succoso e rotondo ma con le stesse durezze del precedente, il 2011 è più abboccato, ma fine con una leggera carbonica presente e infine il 2015 ha ancora un grande concentrato di frutto, un giovanotto che secondo noi avrà un potenziale evolutivo pazzesco.

Sempre restando nell’Oltrepò segnaliamo il Buttafuoco Bricco Riva Bianca 2012 del simpaticissimo Andrea Picchioni, un super vino che ha tutto: tanto frutto, tannino, calore, freschezza e persistenza. Grande equilibrio, corpo e potenza per un vino che avrà davanti a se ancora una lunga vita!

Raffaele Cumani 
@RaffaeleCumani

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