Ecco alcuni dei protagonisti della serata per cui abbiamo letteralmente perso la testa…
Champagne Cristal 2009 – Louis Roederer
Pinot nero e chardonnay. Un vino che fa immediatamente capire cosa sia lo Champagne e perché sia diventato uno dei vini più apprezzati al mondo. Un vino che è insieme complesso e immediato, si presenta con una grande intensità ma allo stesso tempo delicatezza, una piacevolezza pazzesca, fruttata, zuccherina e allo stesso tempo freschissima, sapida, con una lunghezza incredibile che non stanca mai. Un vino che ci ha subito entusiasmato, facile da abbinare a tavola anche con cibi complessi, ma ottimo da bere da solo, un vino potente, esplosivo, di grande sostanza che riesce sempre a restare elegantissimo. Lo champagne come ce l’avremmo in mente in un mondo ideale, un’orchestra di molti elementi che non stona mai!
Pouilly-Fumé Silex 2011 – Domaine Didier Daguenau
Sauvignon blanc della Loira. Un vino che stupisce da un’uva che a volte divide gli appassionati. Ci sono tutte le note del sauvignon blanc, chiare e percepibili, quanto basta per essere riconoscibili immediatamente, ma così delicate da conquistare anche chi normalmente non le ama. Note di frutto della passione, mela verde, agrumi, pietra focaia e tanto altro per un vino che al naso è esplosivo e in bocca è precisissimo. Insomma il sauvignon blanc spiegato a chi non ama il sauvignon blanc.
Rheingau Riesling Spätlese Grünlack 1971 – Schloss Johannisberg
Una vera e propria esperienza, si potrebbe anche fermarci all’annata per contestare il luogo comune spesso tutto italiano per cui i rossi possono invecchiare e i bianchi vanno bevuti giovani. 47 anni di evoluzione per un riesling molto delicato che si presenta con una lieve nota di idrocarburo, di zafferano e con qualcosa di dolce al naso e che in bocca arriva leggermente abboccato, cremoso, ma soprattutto con una nota freschissima molto lunga, indice di un vino ancora in splendida forma! Bianco, ma sempre pimpante e senza crisi di mezz’età!
Clos de Vougeot Vieillles Vignes 2014 – Château de la Tour
Passiamo al rosso andando in Borgogna. Pinot nero. Forse il meno immediato tra i vini… ma che eleganza, che complessità, che potenza aromatica, che armonia! Un vino all’inizio difficile da interpretare, che ondeggia tra una rotondità inaspettata e l’eleganza, ma che in pochi minuti diventa un capolavoro con un naso esplosivo di fiori, spezie e erbe aromatiche, dal garofano al geranio, dall’incenso alla menta e molto altro. Una bocca freschissima, floreale, con un bel tannino e tanta sapidità con un finale ferroso lunghissimo. Un vino che fa venir voglia di pianificare un viaggio in Borgogna.
Unico Gran Reserva 2007 – Vega Sicilia
Siamo in Spagna, in Ribera del Duero. Uve tempranillo, con una piccola percentuale di cabernet. Vino Unico, di nome e di fatto. Forse il vino che è più nelle corde di noi italiani, un capolavoro di equilibrio, potenza e eleganza, ha note di cioccolato, cacao, tabacco, di tostatura e di spezie per un naso formidabile con un equilibrio squisito in bocca. Potente, rotondo, succoso, fresco, un vino elegante nella sua ampiezza che ci ha davvero conquistato. Segno zodiacale Bilancia!
Don PX Selección 1949 – Bodega Toro Albalà
Sì, avete letto bene… 1949. Che dire, questo è un vino che abbiamo provato più volte e che per noi è favoloso anche in annate più recenti. Uve passite, mosto fortificato e affinamento di quasi 70 anni. Qualcosa di incredibile, potremmo elencarne per ore il corredo aromatico, tenerlo nel bicchiere e giocare a chi ci trova sentori tra i più vari. Noi al naso abbiamo rilevato cose pazze come sentori marini, la colatura di alici, frutti tropicali, l’ananas, i fichi secchi, le nocciole tostate, la ciliegia sotto spirito, il mentolo, lo smalto e molto molto altro… poi all’assaggio una bocca interessantissima perché dopo tanti anni c’è dolcezza, alcolicità, freschezza, sapidità, in una parola tutto! Perché i grandi classici non hanno età!
Perché abbiamo scelto di raccontare questa esperienza di degustazione? Perché i vini ci hanno conquistato e perché certe occasioni vanno condivise. Ma soprattutto perché assaggiati insieme e sapientemente spiegati ci hanno fatto riflettere su cosa sia un grandissimo vino e sul perché certi vini diventano leggendari in tutto il mondo. Certo siamo di fronte a vini sempre di grande piacevolezza che potrebbero rimanere nella nostra cantina per decine e decine di anni, cosa che non andrebbe sottovalutata quando si valuta il prezzo di una bottiglia. Qualche anno fa un noto spot che vedeva un campione del calcio come testimonial recitava “la potenza è nulla senza il controllo”. Beh proprio come un fuoriclasse diventa campione solo quando gestisce i propri formidabili colpi mettendoli al servizio della squadra e dell’obbiettivo, così i grandi vini hanno caratteristiche prorompenti, un’intensità di sensazioni che immediatamente ci fanno sussultare, ma nessuna di questa è finalizzata al semplice stupore, fine a se stessa, tutte sono integrate in una trama, un disegno che le esalta tutte insieme, ovvero l’armonia. Tanti strumenti che suonano ad altissimo volume, perfettamente riconoscibili ma accordati in una grande orchestra!
Sarà questo che distingue i vini che diventano leggendari dagli altri? A voi lettori l’ardua sentenza, il nostro consiglio a tutti gli appassionati è, compatibilmente alle disponibilità, di cercare di regalarsi queste degustazioni così rare, di provare grandi vini e ascoltare chi li racconta sapientemente per capire come a volte anche cifre importanti abbiano un senso e una loro ragione.
Raffaele Cumani
@RaffaeleCumani