Dal 2015 a oggi, il Roero ha registrato un grande incremento delle vendite: nel 2017 sono state prodotte e commercializzate 6 milioni di bottiglie di solo Roero Arneis. Fino a qualche anno fa quando si parlava di Roero Arneis, il bianco ottenuto appunto dalle omonime uve in questo territorio, si intendeva un vino giovane e d‘annata da bere fresco all’aperitivo. Oggi non è più così, il Roero è un territorio dinamico e ricco di giovani produttori che stanno valorizzando questo vitigno e sperimentando nuove vie.
Uno di questi produttori è Cornarea. Il Roero Arneis Enritard 2011 ci ha davvero colpito per la capacità di evoluzione. Al naso ha note di crema pasticcera, spezie, burro e in bocca è coerente con una spiccata sapidità a sostegno della morbidezza. Un vino succoso, ancora in gran forma, con un bel corpo e un finale minerale, gran prova delle capacità evolutive del vitigno. Il Roero Arneis Santo Stefano 2014 di Nizza ha anch’esso note grasse, accompagnate a note vanigliate ed è pulitissimo in bocca con una bella persistenza. Il Roero Arneis Bric Varomaldo 2012 di Generaj è a sua volta pieno con note di pietra focaia e fumo al naso e con una bocca lineare, fresca e salina.
Vini buoni insomma, in un territorio che sta crescendo e che, sperimentando, sta trovando via via una sua strada per vini diversi tra loro accomunati da un buono standard di qualità e grande voglia di migliorare ad ogni vendemmia.
Raffaele Cumani
@RaffaeleCumani