L’idea nasce all’interno del Gruppo Les Grands Chais de France di proprietà di Famille Helfrich che possiede domaine di proprietà nei territori più vocati per la produzione di vini fermi e crémants ed è il primo esportatore di vino francese nel mondo Una panoramica, per un totale di oltre 100 etichette, dei più vocati terroir, dal Grand Cru Saint-Emilion a Pomerol; da Haut-Médoc a Sauterns e ancora Margaux, Moulis, Saint-Julien, Pauillac, Saint-Estephe e Pessac-Leognan.
« “A Bordeaux ogni mattina si alza il sipario e comincia lo spettacolo” questa frase dell’enologo prof. Nicolas Vivas rende l’idea dell’estrema consapevolezza e unità di intenti di cui l’areale di Bordeaux gode – afferma Gabriele Gorelli – Una consapevolezza che si esprime in un’evoluzione dovuta al cambiamento climatico ma anche ad un’espressione stilistica sempre contemporanea. In pochi nel mondo del vino si sono resi conto che oggi il clima di Bordeaux è paragonabile a quello della Napa Valley degli anni ‘70, ai tempi del famoso Judgement de Paris che creò il fenomeno Napa. Un impatto climatico che, grazie al proverbiale savoir-faire degli Château bordolesi, rende i vini delle ultime annate più generosi e godibili sin dall’immissione sul mercato, senza pregiudicarne la grande longevità. La riva sinistra della Garonne è quella che sembra aver più beneficiato dell’aumento delle temperature e di irraggiamento solare. Rossi come Chateau Haut-Bages Liberal riescono ad esprimere densità e potenza senza rinunciare alla freschezza e alla profondità. Nella zona di Sauternes è visibilmente in atto un cambiamento stilistico, ben identificabile nei vini di Chateau Bastor-Lamontagne, di proprietà della Famille Helfrich. Ci si libera dell’impatto del legno (privilegiando il cemento) e si modera il carattere mellifluo del Sauternes in favore di un profilo più secco, fresco e – di conseguenza – abbinabile».