Avvinando

Sicilia en Primeur 2022. Tra Noto e Vittoria alla scoperta di una Sicilia “alternativa” che cresce

Sicilia en Primeur 2022 ci ha restituito una sensazione di crescita generalizzata del vino siciliano. La kermesse internazionale di Assovini Sicilia per scoprire le nuove annate del vino dell’isola è però molto di più una semplice anteprima. È innanzitutto un’immersione nei territori e nelle meraviglie siciliane. In passato avevamo già battuto diverse zone, quest’anno abbiamo cercato così di approfondirne una che non avevamo ancora visitato, enologicamente parlando, quella sud-orientale, approssimativamente tra Noto e Vittoria. Nelle terre di elezione, tra le altre cose, dei rossi autoctoni nero d’Avola e frappato.

Una zona che non ha certo bisogno di presentazioni per le famose spiagge e il magnificente barocco, ma che ha molto da dire anche dal punto di vista enologico pur non avendo ancora forse espresso tutto il suo potenziale. Noi lo abbiamo intravisto proprio negli assaggi in cantina, ma a giudicare dai molti “non isolani” che stanno investendo in loco non siamo gli unici. Andiamo però con ordine, rigorosamente di visita, dai dintorni di Noto a quelli di Vittoria.

Partiamo da Vinding Montecarrubo, il cui proprietario, il danese Peter Vinding, dopo aver prodotto vino in mezzo mondo ha individuato nel piccolo panettone vulcanico a nord di Noto in cui si è stabilito con la famiglia il luogo ideale dove coltivare il suo amato syrah. E i risultati lasciano davvero sopresi. Il Vignolo 2018 è un vino elegantissimo, floreale, fruttato, carnoso e insieme delicato dalla freschezza lunghissima. Il Cuvee Suzanne 2020 è un vino di finezza, freschezza straripante, frutto e tannino delicato. Versioni di syrah solari che rimandano però a territori ben più famosi.

Feudo Maccari è un’oasi di bellezza. Un antico palmento recuperato che si staglia tra le tradizionali distese di vite ad alberello e le palme che lo circondano. Ci sarebbe da raccontare del bel Saia 2019, selezione di nero d’avola di intensità, freschezza ed eleganza, ma la vera sorpresa per noi sono stati i bianchi. Grillo in due versioni molto diverse. La prima, l’Olli 2021, fresca, verticale e beverina senza rinunciare ad una certa intensità aromatica su note fruttate e minerali che ne fanno un vino perfetto da barca! La seconda, il Family and Friends 2020, è una versione più piena dalla grande versatilità gastronomica. Struttura, sapidità, note di frutta tropicale per un vino che definiremmo didattico, ovvero come spiegare un bianco di corpo potente e allo stesso tempo elegante e versatile senza spiegarlo. Vini in cui c’è tutta l’energia e l’accoglienza del patron Moretti e del figlio Amedeo.

Dei nero d’Avola di Zisola avevamo già parlato in passato, ma vale la pena tornarci. Come per Feudo Maccari c’è anche qui una proprietà toscana innamorata dell’isola, in questo caso i Marchesi Mazzei, che ha deciso di scommettere sul brand Sicilia e su questo specifica area. E come non lasciarsi conquistare, la tenuta si sviluppa intorno ad un antico baglio restaurato, che domina un’ampia vallata tra aranceti, fiori, olivi e naturalmente viti ad alberello. Ottimo lo Zisola 2020, nero d’Avola di frutto, freschezza e grande bevibilità, ma il Doppiozeta 2018 ci ha proprio stregato. Spezie, succo, grande freschezza e finezza a dimostrazione delle potenzialità di quest’uva in questo territorio.

L’azienda Giasira, realtà nata dall’amore per la Sicilia di una famiglia veneto-piemontese, è un altro luogo incantato. Anche in questo caso un baglio ristrutturato tra palme, distese di fichi d’india e carrubi storici, che qui contribuiscono peraltro alle botaniche del gin prodotto (ma questo è un’altra storia…). Buono il catarratto Keration 2021, fresco, rotondo e sapido, capace di sostenere piatti importanti come uno stupendo involtino di pescespada. Vino concepito per essere consumato, meglio ancora se a tavola.

Ci spostiamo in zona Vittoria, patria del frappato, vitigno che molto amiamo, per una realtà giovanissima ma con belle prospettive, Cantina Horus, creata da due giovani fratelli “autoctoni” di ritorno dopo esperienze all’estero. Importante l’impegno sulla sostenibilità in cantina, interamente coibentata da un rivestimento di sughero, con un grande lavoro sul recupero e la depurazione delle acque (c’è persino una vasca con i papiri che serve proprio a questo scopo). Intrigante il Frappato 2020 vino delicatissimo e versatile con note di pepe, frutti rossi e freschezza, interessante il Nero d’Avola 2019, una versione super beverina ed elegante di quest’uva, e ottimo il Cerasuolo di Vittoria 2019 che unisce la freschezza e la struttura delle due uve precedenti integrandone magistralmente le trame tanniche, con una bella rotondità e un finale quasi mentolato.

Sempre in zona ma un po’ più a nord, last but not least, da Terre di Giurfo prima di parlare di vini va fatta una menzione speciale agli straordinari cannoli preparati a regola d’arte dal patron Achille. Ma venendo a noi, partiamo da una spettacolare versione di grillo, il Suliccenti 2021, bianco rotondo, fresco, aromatico, fruttato e insieme delicato. Una versione di questo autoctono davvero eccezionale. A dimostrazione di quanto conti il territorio, qui il frappato è invece più denso, concentrato e scuro nel colore, tanto da poterne ricavare una bella versione in rosato. Il Pian della Signora 2021 è proprio un bel bere, note sfiziose di piccoli frutti rossi ed erbe aromatiche, succo e super freschezza.

Insomma, un bel giro in cui abbiamo incontrato cantine che lavorano nel rispetto dell’ambiente, biologiche come sempre più spesso accade sull’isola e che “ascoltano” e interpretano questi territori spesso valorizzando i vitigni autoctoni. Una Sicilia che cresce e in cui si investe, anche in zone meno celebrate negli ultimi anni. E, dal momento che non si vive di solo vino, chiudiamo con un extra. Se siete in zona allungatevi fino alla Villa Romana del Casale Di Piazza Armerina. Questo non è il luogo per parlare d’arte, ma di emozioni sì, e la visita agli incredibili mosaici lascia davvero senza fiato. Ennesima e straripante ricchezza siciliana.

Raffaele Cumani 
@raffaelecumani

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