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Dieci bollicine (+3) per brindare al nuovo anno, i consigli di Avvinando per Capodanno 2024

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Se le tavolate natalizie sono ormai alle spalle da qualche giorno i nostri abbinamenti ai vini bianchi e rossi (più qualche consiglio sparso) torneranno certamente utili per il cenone di San Silvestro, ma con il Capodanno 2024 alle porte occorrerà stappare anche ottime bollicine per brindare al nuovo anno!

Lo ribadiamo ogni volta, si tratta di suggerimenti di bottiglie assaggiate e non di classifiche o guide per cui, come suggeriamo sempre ai nostri lettori, segnalateci un’eventuale vostra bottiglia del cuore mancante nei commenti e cercheremo di provarla in futuro!

Partiamo con i metodo Martinotti o Charmat, dove cioè la rifermentazione per ottenere gli spumanti avviene in grandi contenitori chiamati autoclavi, per chi cercasse bolle che puntano, generalizzando un po’, più sulla piacevolezza e l’immediatezza

A sorpresa via con i Colli Bolognesi, un territorio che negli ultimi tempi stiamo esplorando in cerca di chicche e una di queste è il Pignoletto Spumante Picrì di Isola (grechetto gentile con chardonnay e riesling). Note di frutto maturo e floreali pungenti e la caratteristica mandorla finale in bocca. Bevuta interessante e piacevole irrorata di freschezza e note “gessose”.

L’Ovest Valdobbiadene Prosecco Superiore Extra Dry di Sorelle Bronca è una bottiglia tutta tipicità con le classiche note fruttate e floreali. La bocca è equilibrata tra freschezza, finale sapido e la “dolcezza” della tipologia per un prosecco che ha un suo peso.

Il Prosecco Valdobbiadene Docg Foss Marai Strada di Guia 109 Extra Dry ci ha conquistato anche quest’anno con il suo frutto e con la persistenza in bocca che sembra davvero non finire mai. Residuo zuccherino bilanciatissimo che lo rende anche un eccellente tutto pasto con un rapporto qualità prezzo superlativo.

Parlando di rapporto qualità/prezzo strepitoso non può mancare il Prosecco di Valdobbiadene Superiore Extra Brut “Rive di Santo Stefano” Val d’Oca, ovvero: il prosecco che non ti aspetti: a naso fiori e leggermente agrumato. In bocca entra soave ma secco, per nulla abboccato come un ottimo metodo classico e conquista per la sua persistenza. Un prosecco da bere fino all’ultima goccia.

L’RDO Levante 2022 Extra Dry Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Rive di Ogliano di Masottina è un prosecco di grande classe. Frutto finissimo, verticalità e finezza in bocca senza rinunciare a struttura e corpo. Assaggio davvero ottimo che sorprenderà anche i winelover più esigenti e bottiglia che, abbiamo sperimentato, può avere anche un certo potenziale di invecchiamento.

Capitolo metodo classico, per chi, sempre generalizzando volesse puntare più su complessità e corpo con i vini in cui la rifermentazione avviene in bottiglia.

Una delle sorprese più belle assaggiate ultimamente arriva dalle Marche: lo Spumante Metodo Classico Millesimato Chardonnay 2018 Brut di Coppacchioli Tattini. Siamo sui monti Sibillini a 1000 metri di altitudine con una bolla che ben figurerebbe anche in territori molto più famosi per la spumantistica, e non solo italiani. Bevuta cremosa, verticale, piena dalle note floreali e tostate che secondo noi si presta anche ad un lungo invecchiamento.

Tornando a territori più “classici” ci spostiamo in Oltrepò Pavese per un’altra bollicina che ci ha molto colpito da una cantina, Picchioni, di cui spesso abbiamo raccontato i rossi. Il Profilo Rosé Pas Dosé Metodo Classico VSQ è un bell’assaggio da pinot nero in purezza, almeno 8 anni sui lieviti. Vino gastronomico dalle belle note di frutta matura e spezie e con una bella consistenza in bocca.

Non può mancare un salto in Franciacorta, interessante l’Animapura Pas Dosé Millesimato 2017 di Castello di Gussago La Santissima. Chardonnay con pinot nero per una bolla luminosa e fresca dalle note di frutta tropicale e tostate con una bella sapidità finale.

Tanta roba l’Alta Langa Extra Brut 2019 di Ettore Germano (pinot nero e chardonnay). Crosta di pane, lievitati, note tostate e floreali. Bocca ricca, cremosa, profonda sostenuta da una grande freschezza e una certa eleganza.

Andiamo in Francia ma prima della Champagne ci concediamo un salto in Borgogna con il Brut Nature Zero Dosage di Albert Sounit (pinot nero e chardonnay). Cremant de Bourgogne buono buono e goloso, con una bella grassezza e complessità, uniti ad una chiara sapidità e alla lunga freschezza.

E per finire chiaramente Champagne! L’Hommage 1921 di Damien Hugot (chardonnay, pinot nero e meunier) arriva direttamente da Epernay con note floreali, di mela, piccoli frutti rossi e crosta di pane. Sapidità, freschezza e una certa avvolgenza. 

Si conferma un grandissimo assaggio l’Hommée Champagne Brut Premier Cru di Roger Coulon (pinot nero e chardonnay). Note di lievitati, spezie e frutti. Bevuta piena, intensa, dalla complessità sontuosa eppure di super piacevolezza. Equilibrio perfetto tra corpo, freschezza e sapidità per una bolla da tutto pasto, dai piatti più importanti ma anche per un semplice brindisi.

Chiudiamo con una chicca: lo sapevate che in Inghilterra fanno anche le bollicine? Non siamo ancora al nostro livello ma cominciano ad esserci prodotti interessanti anche se qui da noi spesso troppo cari. Chi volesse fare una follia però potrebbe provare il Blanc de Blancs Nyetimber 2014: col suo naso di frutta essiccata, albicocca e pesca soprattutto, e la sua entrata in bocca potente potrebbe piacere a chi cerca una bollicina diversa. 

Auguri di Buone Feste e Buon 2024!

Raffaele e Sergio

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