I miti da sfatare: il vino del contadino

Ultimamente ci sono arrivate molte mail da lettori che ci chiedono di parlare del “vino del contadino”, in ognuna di queste mail era narrata la propria esperienza e nella maggior parte dei casi non è stata una esperienza felice. Quante volte ci è capitato di fare una gita fuori porta in campagna, bere se non addirittura chiedendolo di  comprare il “mitico” vino del “contadino”, quello che secondo molti   “è ancora quello  genuino perchè fatto ancora come un tempo senza conservanti nè porcherie strane seguendo i consigli del nonno che a sua volta aveva imparato dal suo etc.etc….  Sfatiamo, una volta per tutte il mito, anche a costo di diventare antipatici a qualcuno……nella stragrande maggioranza dei casi Il mitico “vino del contadino” è una vera e propria schifezza, stiamo parlando di  quello fatto da persone che possedendo un pò di terreno e due vigne in croce hanno avuto la brillante idea di mettersi a “produrre”vino magari inseguendo l’idea romantica della vendemmia fatta schiacciando l’uva ancora con i piedi e cantando in allegria con tutta la famiglia e cosi via, senza però seguire alcuna regola, nessun disciplinare, in condizioni igieniche a dir poco precarie,  mettendo qualsiasi tipo di uva nel tino, fosse essa acerba,  matura o appassita, bianca o rossa, non controllando le temperature ed i i tempi di vinificazione, con la pioggia o con il sole e cosi via.

Girando per l’Italia ci è capitato di vedere tante di queste realtà, da tutti ci siamo sentiti dire le stesse identiche cose (come già detto sopra: “il mio è genuino…” etc.etc. ma a tutti, quando ci è capitato, abbiamo visto fare le stesse cose di cui abbiamo già parlato poc’anzi in barba ad ogni legge . Non vogliamo demonizzare nessuno ma per ottenere dei buoni risultati bisogna conoscere bene la materia, rispettare regole e regolamenti, assolvere a degli obblighi di legge e chi più ne ha più ne metta. In poche parole fare il vino è una cosa seria, lasciamolo fare a chi è competente e capace.
Stefano Tamiglio