E’ indubbio che quando due eccellenze si incontrano e uniscono le forze quello che ne scaturisce non può essere che un risultato di altissimo livello. In sintesi, questo potrebbe essere il riassunto della manifestazione che si è svolta nei giorni scorsi presso la vecchia fiera di Milano.
L’associazione “Identità golose” che raccoglie le migliori firme della cucina italiana d’autore e di qualità, ha svolto il suo annuale congresso presentando, come di consuetudine da qualche anno, una selezione di piatti ed eccellenze cucinati dai grandi chef della tradizione italica. Una kermesse di tale portata, non sarebbe stata tale se al suo fianco non ci fosse stata una adeguata selezione delle migliori etichette italiane. La selezione, espressione diretta, del “Merano Wine Festival“, ha dato la possibilità agli avventori della convention di poter degustare ed abbinare in maniera più che consona quanto , di volta in volta, usciva dalle cucine deilla fiera.
Ben 100 i produttori presenti e quasi 300 i vini in degustazione. Ovviamente non li abbiamo potuti assaggiare tutti, ma per darvi la migliore informazione possibile, vi possiamo assicurare che non ci siamo risparmiati.Il nostro spirito libero ci ha spinto a provare quei vini e quelle cantine poco note tralasciando i grandi nomi, che peraltro erano presenti, per dare ai nostri lettori un panorama un pò diverso.
Tra i vari vini degustati alcuni ci hanno davvero impressionato. La prima segnalazione riguarda la cantina irpina di “Joaquin” di Avellino (AV), che presentava tre bottiglie tutte di ottima fattura ma a nostro giudizio ha nel vino ” 110 Oyster ” del 2008 la sua punta di diamante. Questo vino che è quasi un greco in purezza se si eccettua un 5% di falanghina ha un colore splendidamente dorato e dei profumi assolutamente intensi, al palato risulta molto lungo caldo ed avvolgente, davvero un gran bel vino.
Proseguendo il nostro giro ci siamo imbattuti nell’azienda marchigiana “Santa Barbara” di Barbara (AN), che tra gli altri vini presentava il “Tardivo ma non tardo“, un verdicchio 2008 dai profumi puliti e dai sentori erbacei davvero godevole e beverino. Passando alle bollicine, davvero notevole “l’ Eliseo Bisol Cuvèè del Fondatore” uno spumante millesimato metodo classico dell’azienda Bisol di Valdobbiadene (TV), blend composto da chardonnay e pinot bianco in parti uguali (40%) , e da un 20% di pinot nero. Un vino molto fragrante che ha nel pinot nero una spalla davvero importante, buona freschezza e perlage finissimo.
Nella categoria dei vini rossi vi raccontiamo del valpolicella classico ripasso 2008 di “Secondo Marco” di Fumane (VR) , che ci ha colpito per i suoi sentori speziati e per il finale lungo e pieno ma non stucchevole. Girovagando ci siamo imbattuti nell’azienda “Querciabella” di Greve in chianti (FI) e nel suo “Camartina” 2008 un uvaggio di cabernet sauvignon al 70% e sangiovese al 30%. Un prodotto davvero interessante dai profumi intensi e con un tannino assolutamente morbido e non aggressivo.
Concludiamo con la Sicilia dove la cantina Gulfi di Chiaramonte Gulfi (RG) ha presentato il “Nerosanlorè” 2007, che ci ha dato l’impressione di essere un nero d’avola un pò fuori dagli schemi classici che di solito si attribuiscono a questo vino, un naso interessante non eccessivamente carico, e questo, a nostro modo di vedere, è un pregio, ma è al palato che questo vino ci ha sorpreso, rivelando una inaspettata freschezza davvero atipica. In buona sostanza una degustazione davvero interessante che ci ha riconfermato, ancora una volta, come in Italia siano davvero tanti i produttori che il vino lo sanno fare bene e che meritano per questo di essere portati alla ribalta.