Ammetto che questa volta ero un po’ indeciso se presentare questa bottiglia. Non per la scarsa qualità, anzi. Ma perché si tratta di un vitigno, La Favorita, che non solo risultava sconosciuto a chi scrive, ma pure ad un paio di amici appassionati piemontesi. Ora essendo tipico di laggiù, la cosa mi ha preso un po’ in contropiede. Lo spirito che anima Bere Bene al Supermercato è esattamente l’opposto: niente chicche da superespertoni e cercare di scegliere bottiglie di facile reperibilità.
Poi mi sono detto: la reperibilità è facilissima, la bottiglia in questione è stata comprata all’Ipercoop di Piazzale Lodi a Milano e poi parliamo di una cantina, Terredavino, distribuita in tutta Italia, che produce la bellezza di 5 milioni di bottiglie grazie agli oltre 5.000 ettari coltivati dai 2.500 soci organizzati in 14 punti di vinificazione tutti rigorosamente in Piemonte; col prezzo anche ci siamo: 5,44€ è praticamente il centro perfetto del nostro range. L’ultimo colpo alle mie resistenze lo ha dato il vino, goduto in una serata torrida da oltre 30 gradi è andato giù che è un piacere. Allora mi sono convinto ed eccoci qui.Il Langhe La Favorita doc 2010 è un bianco in purezza prodotto da un biotipo del vermentino, la favorita appunto, nei dintorni di alba, nel Roero e nell’alta valle Belbo. Dalla scheda tecnica si legge che “dopo pressatura morbida. la fermentazione avviene in purezza per circa 10 giorni alla temperatura controllata di 16-18° C. Il vino così ottenuto sosta poi per un breve periodo di affinamento in bottiglia”.
Una volta versato nel bicchiere la prima cosa che sorprende è il colore incredibilente scarico del vino. Altro che paglierino, qui siamo all’acquarello, per usare un eufemismo. E’ così trasparente come mai mi era capitato prima, tanto che lì per lì si può pensare che qualcosa sia andato male nella vinificazione. Poi si porta il calice al naso e subito i profumi sono tenui, molto trattenuti. non fosse stato per una telefonata di cinque minuti che ha interrotto l’analisi del vino ora non starei a raccontare di una vera scoperta. Messo giù il telefono rimetto il naso dentro il calice e assisto a una esplosione di fiori, degna di un prato di montagna.
Rimango interdetto e lo porto in tavola a mo’ di aperitivo. Siamo tutti appassionati di vino ma nessuno dice nulla, la discussione sul calciomercato impazza, salvo poi il solito espertone che a bottiglia finita ti chiede: “Ma ce n’è ancora?”. Poiché è sempre buona regola comprare una seconda bottiglia di un vino “nuovo”, ovviamente ce n’era ancora e ci ha accompagnato anche per gli antipasti. Tutto piacevolmente confermato salvo che la seconda bottiglia non era così ghiacciata come la prima e oltre ai sentori floreali è emerso con prepotenza anche uno splendido profumo di albicocca. In bocca è bello secco, non troppo lungo ma abbastanza per sgrassare la bocca. La gradazione alcolica di 11,5° non crea nessun tipo di difficoltà. La scheda tecnica parla di un sapore amarognolo che personalmente non ho colto affatto. C’è invece una nota acidula che rende La Favorita 2010 di Terredavino irresistibilmente beverino. Inutile dire che l’ho ricomprato.Prosit!
Sergio Bolzoni