Anteprima Chianti: 2013 d’eccezione

Poggi Bonelli

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Si è svolta nella splendida cornice di Palazzo Borghese a Firenze, alla presenza di produttori, buyers, giornalisti ed esperti del settore, la seconda edizione di “Anteprima Chianti”. All’evento, organizzato dal consorzio vino Chianti, è stata presentata l’annata 2012 insieme con le altre attualmente in commercio.
Alla degustazione dell’anteprima vendemmia 2012 che sarà messa in vendita dal 1 marzo 2013 abbiamo testato quasi tutte le circa 60 etichette presenti, e circa una decina ci hanno entusiasmato. Tra queste, meritano menzione per la qualità del prodotto il Chianti Castello di Oliveto, il Conte Ferdinando Guicciardini del Castello di Poppiano, il Poggio Bonelli – Chigi Saracini di Castelnuovo Berardenga e il Ruffino di Pontassieve. Quest’ultima azienda, tra l’altro, ha segnato un boom di vendite grazie al ritorno in tavola del fiasco impagliato: in appena due mesi la casa vinicola fiorentina, ora di proprietà della multinazionale americana Constellation Brands, ha realizzato 23mila vendite di Chianti nel fiasco, due volte e mezzo le previsioni di budget fissate quando fu deciso di riproporre al mercato questo contenitore carico di tradizione.

Tra le annate in commercio, presenti durante tutta la durata dell’evento negli stand, da segnalare sicuramente il Chianti riserva dell’azienda agricola e agrituristica “Le Fonti a San Giorgio” di Montespertoli e il Chianti dei colli senesi di Guidi 1929 di Poggibbonsi.
Il Chianti, uno dei tanti simboli dell’Italia nel mondo, guarda anche al futuro per attirare un pubblico giovani e diventare così un vino 2.0. Il consorzio infatti, oltre ad aver recentemente rinnovato il proprio sito web (www.consorziovinochianti.it) ha anche attivato una pagina Facebook e un account Twitter (al momento solo per il pubblico giapponese).
Durante la conferenza stampa, il presidente del consorzio, Giovanni Busi, prima di rispondere alle domande dei giornalisti ha illustrato le prospettive presenti e future di questa apprezzata docg, una delle più grandi e conosciute d’Italia, chiedendo anche il sostegno del prossimo governo perché “le aziende produttrici non sono solo aziende agricole che si passano di padre in figlio, ma delle vere e proprie imprese che lavorano per il territorio e la cura dei vigneti va anche a favore degli astemi”.
Filippo Tramelli