Esattamente un mese fa, lo scorso 7 luglio, l’Associazione Italiana Sommelier ha compiuto 50 anni e ha festeggiato lo storico compleanno con una grande giornata di festa a Milano con convegni, seminari e uno straordinario banco d’assaggio con centinaia di eccellenze enologiche italiane proposte al pubblico.
La giornata non poteva che concludersi con una grande verticale e abbiamo avuto modo di provare il mitico Barbacarlo, alla presenza dello storico produttore Lino Maga.
Un’occasione davvero unica di provare questo straordinario vino, difficile da raccontare per la spontaneità con cui da solo esprime un intero territorio, quello dell’Oltrepò Pavese e forse un intero Paese nelle sue contraddizioni.
Le vicissitudini per ottenere il pieno ed esclusivo riconoscimento del vino di famiglia sono infatti la cifra della tenacia e dello spirito che si riversa nel vino.
“Stimo l’enologo, ma se fa il vino tutto uguale va contro natura” così Lino Maga esordisce nel presentare il suo vino e, infatti, ogni annata è diversa dall’altra.
Il 2013 è una vampa d’alcol, completamente secco, con note pronunciate di frutto, di uva e una nota speziata e pepata ben pronunciata al naso e che pizzica quasi la lingua. In bocca c’è una grande acidità, un calore presente e una lunghezza amara, sapida. Un vino potente, equilibrato a suo modo.
Il 2011 ha invece una leggera presenza di carbonica. È un vino più minerale. Al naso ha profumi di frutta evoluta, con una nota balsamica, erbacea. In bocca ha una certa astringenza e una persistenza quasi mentolata. Un vino che ha una sua finezza e una grande personalità.
Nel 2010 ci sono tracce di entrambe le annate precedenti. Al naso ci sono note di fiori e frutta e soprattutto di pepe e spezie all’inizio, che lasciano poi spazio a una nota balsamica. Un vino più tannico e meno lungo, salino nel finale forse anche a causa della carbonica presente.
Il 2009 è un vino più centrale che un suo equilibrio naturale su valori alti. C’è tutto: spezie, frutta e una nota verde. In bocca non ha perso freschezza e frutto e la glicerina e l’alcool sono ben presenti.
Il 2007 è leggermente più scarico, con la leggera presenza di zucchero e di carbonica. Un naso ampissimo vegetale, di geraneo, stuoia, spezie, cuoio e balsamico.
Tutti vini diversi accomunati da alcuni tratti comuni come un’acidità sempre ben percepibile e la presenza spesso di anidride carbonica, ma soprattutto dalla sensazione che regala il Barbacarlo di avere sempre di fronte il vino “buono” che i nostri padri e nonni bevevano in tavola, vino che fanno la terra e le stagioni, perché per chiuderla con Lino Maga: “E’ la gente che decide e che capisce il vino!”
Raffaele Cumani
@RaffaeleCumani