Quella di Milano è stata una preziosa occasione di incontro con la Cantina di Terlano, Kellerei Terlan in lingua originale, dovuta alla presentazione dell’annata 2013 del suo vino bianco top di gamma, quello che dovrebbe rappresentare la Cantina nel mondo e che, nelle intenzioni del produttore, dovrebbe raccogliere la summa delle esperienze secolari della Cantina: il Terlaner I Gran Cuvee 2013.
Naturalmente vi è anche una strategia commerciale, quella di cercare di inserirsi nel settore dei grandi vini bianchi, diciamo francesi, di costi spropositati e di prestigio riconosciuto. Insomma, per diventare famosi negli ambienti che contano come un grande Domaine scegliete voi quale più vi aggrada. Volo di Icaro o giustificata ambizione? Solo il vino potrà rispondere. Ed ecco quindi l’idea di una presentazione alquanto insolita: degustazione alla cieca del „Primo“ Gran Cuvee 2013 con altri due vini top francesi di pari annata, dal costo in enoteca addirittura tre volte superiore al campione di Terlano che già viaggia sui 160€ tondi tondi. Essendo espressione di Terlano non potrebbe che essere un blend di Pinot bianco (Weissburgunder), Chardonnay e Sauvignon blanc. I vini concorrenti li trovate in foto.
Le degustazioni alla cieca sono divertenti perché ognuno ci mette dentro quello che è, la sua esperienza, le sue passioni. Ora, non staremo qui a fare una classifica o a narrare di “sentori di sapone di Marsiglia, prezzemolo o retrogusti peperonata” che pure sono stati tirati fuori. Vi diciamo che come da tradizione, i vini di Terlano berli d’annata è un delitto. Chi può se lo compri e se lo beva già ora perché il Terlaner I Gran Cuvee 2013 è un grandissimo vino bianco senza se e senza ma. Ma avendo avuto l’occasione di degustare anche l’annata 2011 possiamo dire con certezza assoluta che come un grande rosso (e come gli altri bianchi dell’azienda), col tempo migliorerà nettamente. Quindi voi che potete, fate uno sforzo e compratevi qualche bottiglia da lasciare invecchiare in pace e poi ne riparlate.
Ad ogni modo per profondità di carattere, intensità di aromi e persistenza al palato, questo già oggi è uno dei pochissimi vini bianchi italiani di nostra conoscenza degno di competere con i maestri francesi. Come abbiamo detto non è un vino per tutti. Per gli altri come noi che a una singola bottiglia di vino non possono destinare quelle cifre, di Cantina Terlan restano le altre prelibatezze come il Vorberg, il Quartz, eccetera. Che, come i lettori di Avvinando sanno perfettamente, non mancano mai nella nostra cantina: ci sarà un perché…
Sergio Bolzoni
Ps: Kellerei Terlan invecchia i suoi vini da sempre, storia affascinante da raccontare un’altra volta. E la certezza che i suoi bianchi invecchiano non bene, ma benissimo, la si deve anche all’assaggio di una bottiglia di Pinot bianco del 1959, come si evince dalla foto, ancora assolutamente, strepitosamente, fresco e accattivante. Giù il cappello.