Nascetta, il (grande) bianco delle Langhe

Nascetta, il grande bianco delle Langhe

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Un vitigno a lungo dimenticato, quasi estinto, del quale sino a pochi anni fa si contavano pochissimi filari, nel comune di Novello. Siamo nel cuore delle Langhe, terra di Nebbiolo, Barolo, Barbaresco.

La Nascetta però è un bianco, che alla fine dell’800 veniva declamato per la sua freschezza e utilizzato dai parroci per la Messa.

Alcuni vignaioli – Elvio Cogno, Valter Fissore e Savio Daniele in primis – sono ora tornati a produrlo. E grazie alla loro testardaggine e lungimiranza, questo vino autoctono può essere imbottigliato come Langhe Doc Nascetta, con una sotto-zona dallo specifico disciplinare, rivendicabile solo nel comune di Novello.

Coltivato su di una superficie complessiva di 20 ettari, per una resa di 55 quintali di uva,
non è questo un vitigno facile da coltivare. A prescindere dal meteo, ci sono annate dove la produzione è più ricca ed altre dove la pianta sembra restia a regalarci grappoli .

Un vino pronto ad essere bevuto giovane, ma capace di invecchiare. Di ottima struttura, grande mineralità , la Nascetta al naso è fine ed elegante, al palato risulta setata e persistente.

Il colore giallo paglierino carico con riflessi verdognoli è precursore delle note di agrumi, che si evolvono in fiori bianchi, miele d’acacia e timo

Grazie alla spiccata sapidità e acidità, si accompagna bene ad antipasti freddi a base di verdure, formaggi freschi, primi piatti a base di pesce crudo, crostacei e carni bianche. La temperatura di servizio consigliata è tra i 10° C e 12° C.

In cantina il prezzo è intorno ai 15 euro a bottiglia.
Paolo Brinis

Una risposta a “Nascetta, il (grande) bianco delle Langhe

  1. Un altro bianco piemontese poco conosciuto, ma di grande personalità è il TIMORASSO, vitigno autoctono dei colli tortonesi.

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