Anteprima Amarone 2013: ecco le 15 bottiglie da non perdere

Anteprima Amarone 2013

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Anche quest’anno Anteprima Amarone 2013 è stata un grande successo. La due giorni di kermesse di Verona ci ha dato la possibilità di assaggiare alla cieca oltre 80 vini dell’annata 2013 e ci ha consentito di farcene una idea – per quanto possibile  – abbastanza precisa.
Parliamo dell’annata. Pur considerando che si tratta in molti casi  di assaggi “en primeur” ancora in botte, alla fine dobbiamo dire che ci siamo trovati davanti ad un 2013  più spigoloso rispetto al 2012 degustato l’anno scorso, che ci è sembrato mediamente più elegante. Però d’altro canto quest’anno (annata 2013) le “vette” qualitative ci hanno dato l’impressione di essere davvero di categoria superiore. Inoltre abbiamo avuto l’impressione che diversi produttori abbiano cercato una strada diversa dalla solita visto che spesso abbiamo colto al naso sentori che, sotto la ciliegia che fa comunque da padrona, spaziavano tra il floreale e l’erbaceo a tutto vantaggio della complessità aromatica la quale, diciamolo, a volte fa un po’ difetto a questo peraltro vendutissimo vino italiano. A questo proposito il Consorzio tutela vini della Valpolicella ha presentato i “soliti” dati stra-eccellenti per quanto riguarda l’export e quindi decretando una volta di più l’Amarone della Valpolicella un grande ambasciatore del made in Italy.

Ma veniamo alle bottiglie. Queste sono le 15 bottiglie che alla cieca ci hanno colpito maggiormente.

Va considerato che soprattutto i grandi vini hanno notevoli evoluzioni in bottiglia: qualcuno può essere più o meno pronto di altri, e quindi non si tratta di promozioni o bocciature. Semplicemente a nostro gusto sono quelle che per certo meriteranno un riassaggio nei prossimi mesi o anni. Insomma vale una segnalazione e nulla di più. L’elenco è in ordine alfabetico e separato per assaggi – sempre alla cieca, cioè senza sapere al momento della degustazione cosa si sta bevendo –  in bottiglia e direttamente dalla botte.  Quindi non si tratta di una classifica. Nota di lettura: in tutte le bottiglie c’è – ovviamente –  la ciliegia. Ergo non lo stiamo a ripetere tutte le volte ma ci concentriamo su quello che c’è di diverso o in più.

Assaggi dalla bottiglia

Amarone della Valpolicella Falezze di Luca Anselmi – Al naso è floreale, delicato e complesso. In bocca entra altrettanto delicatamente ma è di ottima persistenza e piacevole il retrogusto mandorlato.

Amarone della Valpolicella Bertani 2013 – Intrigante al naso, sotto la ciliegia ci sono spezie che dilatano il bouquet. Molto potente in bocca ma c’è ancora un buon tannino che lo rende anche facile da bere. Si nota anche una certa sapidità.

Amarone della Valpolicella Ca’ Botta Tenuta Cajò – Al naso entra con un potente sentore di ciliegia, ma sotto c’è di più. In bocca è potente ma fresco.

Amarone della Valpolicella Ca’ La Bionda Vigneti di Ravazzol – Al naso si sente il legno ma rimane dosato ed elegante. In bocca è potentissimo ma si ferma un secondo prima di diventare eccessivo, persistenza infinita. Eccezionale vino da dopo cena, secondo noi.

Amarone della Valpolicella Degani La Rosta – Naso con legno evidente ma elegante, si scorgono sentori di talco e cannella e una buona complessità aromatica anche alla beva.

Amarone della Valpolicella Massimago – E’ un prototipo di Amarone, nel senso che c’è tutto quello che trovate scritto sulle guide enologiche. Dalla sua ha un notevolissimo equilibrio che non fa prevalere una componente sull’altra. 

Amarone della Valpolicella Vigneti di Ettore – Al naso è vanigliato ma elegantissimo. In bocca è potente, caldo, alcolico ma senza mai sconfinare sul liquoroso. Un equilibrio sottile e perfettamente riuscito.

Amarone della Valpolicella Zanoni Pietro Zovo – Cercate un Amarone fresco in bocca ma che non tradisca la tradizione al naso? Eccolo. Qui è l’eleganza che la fa da padrone. Nulla è eccessivo e nulla prevarica, è evidente la ricerca dell’armonia più che della forza. Per palati raffinati e consapevoli.

Campione di botte

Amarone della Valpolicella Albino Armani – Colpisce per la delicatezza del bouquet al naso. In bocca entra con altrettanta grazia ed è complesso, non aggressivo e con una certa profondità.

Amarone della Valpolicella Aldegheri – A naso è uno degli assaggi più sofisticati e in bocca è di buona piacevolezza: zuccheri in evidenza ma tutt’altro che ruffiano. 

Amarone della Valpolicella Fidora – Se volete un super Amarone esagerato in tutto avete trovato il vostro campione: naso potentissimo di confettura, mela cotogna e ciliegie sotto spirito esprimono altrettanta potenza in bocca mantenendo un buon tannino e un ottimo retrogusto mandorlato. Alla fine il tutto si compatta in un vino davvero buono e “allegro”.

Amarone della Valpolicella Monteci – Naso particolare: una leggera predominanza di vaniglia ma piacevoli note balsamiche in evidenza. In bocca spicca una buona mineralità e una conseguente certa sapidità che lo rendono particolarmente di “facile” beva (e trattandosi di una tipologia di vino che spesso viaggia sui 16 gradi è un gran complimento, giusto per intendersi).

Amarone della Valpolicella Giacomo Montresor Capitel della Crosara – Al naso leggera prevalenza delle note vanigliate, ma sempre ampiamente dentro i confini della piacevolezza. In bocca ricorda anche la china ed è felicemente fresco.

Amarone della Valpolicella Sartori Reius – Sì, lo sappiamo che non è la piccola cantina che fa figo “scoprire” e decantare. Ma, signori, se c’è un Numero Uno della degustazione alla cieca per noi è questo. Naso molto intrigante: sotto la nota di legno scopriamo fiori, felci, talco, insomma grande complessità e freschezza. Al palato la bellissima acidità lo rende di gran lunga il più piacevole alla beva e il retrogusto mandorlato lascia la bocca pronta e vogliosa di un secondo bicchiere. Cosa non semplicissima da dire per un Amarone. Considerato che si troverà a prezzi ancora umani…

Amarone della Valpolicella Secondo Marco – Sul podio più alto staccato di un millesimo c’è questo Amarone “diverso”. Qui a naso il legno non si sente, è minerale, quasi erbaceo. In bocca è ancora un filo scomposto (ecco il millesimo in meno) ma ricordiamoci che parliamo di un campione di botte e che quindi – anche considerando le altre strepitose annate – andrà a posto a breve. In compenso già sono evidenti la sapidità e l’eleganza che lo contraddistinguono. Persistenza lunga.
Sergio Bolzoni
Twitter @sergiobolzoni