Valle dell’Acate, modernità e tradizione del vino siciliano.

Nella splendida cornice di Palazzo Serbelloni a Milano, abbiamo assaggiato le ultime annate dei vini di Valle dell’Acate, realtà tra le più dinamiche del ragusano, che esprime proprio questo territorio attraverso vini ottenuti da uve autoctone e tradizionali, ma non solo, in un’ottica moderna che li rende molto versatili e apprezzabili. Gaetana Jacono, rappresentante della sesta generazione della storica famiglia di produttori, ci ha accolto e raccontato, insieme all’enologo piemontese Carlo Casavecchia, proprio questo approccio con grande passione.

Lo Zagra 2016, da uva grillo, è un esperimento fortemente voluto dalla proprietaria per portare un’uva molto amata nel ragusano, zona della Sicilia dove tradizionalmente non era diffusa. È un bel bianco dal naso fruttato e floreale, elegante che in bocca sprigiona una grande energia, una bella struttura, una salinità e una freschezza lunghissime. Un vino piacevolissimo, asciutto ma corposo, ideale con pesce e crostacei.

Il Frappato 2016 è un vino eccezionale, floreale, fruttato, freschissimo. Ha note di frutti e fiori rossi, un’eleganza aromatica succosa, ma al contempo un tannino asciutto e una lunga freschezza che lo rendono gradevolissimo. Un vino di cui non resterà mai una goccia nel bicchiere, uno smiling wine di estrema piacevolezza e versatilità gastronomica, un rosso da abbinare anche al pesce.

Il Cerasuolo di Vittoria classico 2014 unisce l’eleganza del frappato alla potenza del nero d’Avola, con un naso speziato, burroso e di ciliegia; ha morbidezza, tannino vellutato e una grande freschezza. Un altro vino di grande versatilità e modernità, da bere in occasioni diverse e da abbinare a carni, anche non impegnative, e formaggi.

Il Moro 2014, nero d’Avola, è pieno e succoso ma allo stesso tempo “facile” da bere e fresco, un vino persistente con un bel finale di mandorla. Altro vino di grande tipicità, vellutato ma di facilissimo abbinamento con carni e formaggi.

Chiudiamo con il Tanè 2013, nero d’Avola, ancora giovane ma con grande potenziale evolutivo. Al naso è più ampio e complesso con le note tipiche del vitigno ma anche sentori di vaniglia, spezie e cioccolato; ha un corpo pieno, un tannino asciutto e un lungo finale. Ideale con carni più strutturate.

Tutti vini accomunati insomma dalla ricerca dell’eleganza, della fragranza e della freschezza esaltando però le note aromatiche tipiche delle uve e del territorio, per prodotti moderni, versatili che non rinunciano alla grande tradizione siciliana.

Raffaele Cumani 
@RaffaeleCumani