Ci sono cantine che a noi di Avvinando piacciono particolarmente: una di queste è La Grazia di Paolo Oberti e famiglia, in quel di Tirano, bellissimo avamposto italiano in Valtellina che guarda alla Svizzera. Ci piace per almeno due motivi: il primo è che per essere una cantina nata da pochissimo produce già ottimi vini , il secondo perché l’entusiasmo del titolare è straripante e contrariamente alle abitudini del territorio piuttosto tradizionali, non perde l’occasione di sperimentare. C’è un terzo motivo in verità: qui la viticultura è davvero “eroica” viste le pendenze di alcuni filari davvero al limite dell’equilibrio. Eravamo già stati lì qualche anno fa, da appena nata o quasi, tanto che i suoi sfursat (lo sforzato in dialetto) non erano ancora pronti e così siamo ritornati (in giorni in cui si è potuto fare) per capire un po’ come si erano evolute le cose in questo tempo di pandemia.
E così abbiamo trovato che oltre agli sforzati il buon Paolo Oberti si è lanciato su spumanti e vitigni piwi. A questo punto la curiosità era grande e li abbiamo assaggiati tutti.
Spumante Brut metodo classico – A base Pinot bianco con altri vitigni locali è una bollicina fine con un intenso naso floreale che però introduce a un palato di grande sapidità e persistenza.
Rosé brut metodo classico – E’ un rosé che vira sul versante aromatico, con profumi più delicati e una entrata in bocca che tende più al dolce restando però molto equilibrata.
Opul bianco 2018 – Qui Paolo Oberti ha regalato ai valtellinesi il perfetto bianco da aperitivo che mancava in zona: stesso uvaggio dello spumante, è così beverino che la bottiglia finisce subito. Una leggera sapidità gli consente di reggere benissimo anche pesce, soprattutto piatti con crostacei e molluschi.
Zerovero 2018 – Un vino bianco nato da uve piwi spettacolare con i formaggi stagionati del posto. Ad un naso con sentori erbacei fa da contraltare un palato di grande struttura. Piacerebbe riassaggiarlo dopo qualche anno in bottiglia per vedere come evolve.
Rosso di Valtellina Scintilla 2018 – Qui si entra nel dominio della Chiavennasca, il Nebbiolo della valle. Colore rosso scarico con un bellissimo naso di frutti rossi e incenso. In bocca una giusta sapidità e una acidità molto buona ne fanno una bevuta di corretta persistenza. Insomma va giù che è un piacere e marca nettamente la differenza con i rossi di Valtellina da supermercato, a confronto un po’ tutti anonimi.
Valtellina superiore Goccia 2015 – Naso molto concentrato, potente, frutta sotto spirito e anche qui una leggera presenza di incenso. In bocca è altrettanto potente con tannini ancora freschi. Forse manca ancora un filo di persistenza ma diamogli ancora un anno o due di cantina: quando quei tannini matureranno…
Valtellina superiore 2016 Riserva Emma – Completamente diverso dal Goccia. Qui si sente il Nebbiolo sia a naso che in bocca. Difatti l’eleganza è la sua caratteristica: un vino magro, sottile, lunghissimo al palato. Siamo sulla strada per La Morra, giusto per capirsi.
Sforzato Fiori di Sparta 2015 – Un naso stupendo con profumi di frutti rossi sì, ma quasi eterei. In bocca è lo stesso: ampio, profondo ma leggerissimo con una beva per nulla impegnativa tanto è sorprendente.
Sforzato 2016 – Qui siamo invece nel solco della tradizione degli sforzati: naso imperioso, frutta sotto spirito in quantità. In bocca è opulento, grasso, caldamente alcolico.
In conclusione i vini della azienda agricola La Grazia una cosa hanno in comune: sono pensati per essere unici e meritano di essere provati, sia da chi ama già la Valtellina vinicola, sia da chi non la conosce affatto.
Sergio Bolzoni