“A Montefalco”: i nostri migliori assaggi nelle cantine dell’Umbria

“A Montefalco” è la manifestazione che illustra gran parte della produzione di vino dell’Umbria e che come da titolo è incentrata sul territorio di Montefalco e delle sue Doc e Docg. Durante la splendida edizione 2024 abbiamo avuto la fortuna di visitare alcune cantine che hanno restituito un quadro dell’Umbria del vino interessantissimo e in piena evoluzione. Questa è solo una short list delle bottiglie che ci sono piaciute di più.

Perticaia

Cantina che da qualche anno ha cambiato proprietà. Degustazione qualitativa che ha spaziato un po’ su tutta la gamma, dalla quale spiccano i due Trebbiano Spoletino: lo Spoleto doc e il “Del posto” con il primo superfruttato con un naso potente di frutta tropicale e un lungo finale ammandorlato e il secondo che grazie al passaggio per 3/4 in tonneau (botti medio-grandi) per un anno, acquista complessità a naso con note di salvia e rosmarino, e una spiccata mineralità con il finale in cui interviene piacevolmente il legno. Grande pulizia sui rossi con il Montefalco Sagrantino 2017 ancora molto fresco.

Tenute di Saragano

Chi ha letto il nostro report di Vinitaly 2024 ricorderà che il Montefalco Sagrantino 2016 era stato uno dei nostri assaggi top della manifestazione e la visita in cantina non ha fatto che confermare l’impressione. Il segreto è un passaggio in grotta, ma ne parleremo in un’altra occasione. Notevole anche il Montefalco bianco (trebbiano spoletino e grechetto), a naso è complesso e in bocca molto minerale e di grande corpo. Buonissimo il rosé Eliette, dal nome di una amica francese del titolare è in realtà un vino tutt’altro che femminile dal buon corpo. Il Montefalco rosso è una bottiglia (finalmente) croccante e beverina, (occhio però alla gradazione alcolica traditrice) e la versione Riserva 2018 è un grande vino per una cena impegnativa. Un assaggio di un Montefalco Sagrantino 2007 ha regalato una vera esperienza sensoriale.

Romanelli

La seconda bottiglia che ci aveva colpito a Vinitaly 2024 era Le Tese di Romanelli, Trebbiano spoletino con lunghissima macerazione sulle bucce a creare un vino bianco completamente diverso, di enorme complessità aromatica ma anche di ottima e bilanciata acidità a renderlo di grande bevibilità. La verticale dal 2011 ha dimostrato come l’evoluzione dei metodi di produzione abbia giovato al bicchiere per arrivare al 2019 a cui si aggiunge un leggero pepe bianco a naso per completare un bouquet molto intrigante. La grande persistenza lo rende un compagno fedele per grandi piatti o per serate con gli amici. Una verticale di Montefalco Sagrantino dal 2007 al 2016 ha completato la visita.

Arnaldo Caprai

Degustazione di alto livello del tutto in linea con le aspettative, per questa grande azienda che ha fatto la storia di Montefalco ma che non si adagia sugli allori e anzi investe continuamente in ricerca e sperimentazione. E infatti nel bicchiere si vede. La ricerca spasmodica di morbidezza del tannino che nell’uva sagrantino è presente come in nessun altro vitigno al mondo è qui perfettamente risolta nel Colpiano, nel Valdimaggio e nel 25 anni tutti 2020 e tutti di grande piacevolezza e profondità con una nostra personale predilezione per la via di mezzo, il Valdimaggio, per via di una eleganza raffinatissima a naso e una succosità intrigante nell’espandersi in bocca. Altro assaggio da applausi il Vigna Flaminia, Montefalco rosso con 70% sangiovese e il resto sagrantino e cannaiolo: anche in questo caso attenti all’alcol perché è di una piacevolezza tale che la bottiglia finisce in fretta. Belcompare e Malcompare, i due cru di merlot e pinot nero sono cari ma semplicemente strepitosi.

Terre de Trinci

Diciamolo subito: è una cooperativa ma chi storce il naso sbaglia e di grosso perché la degustazione della gamma è stata di primo livello e quando poi abbiamo scoperto i prezzi abbiamo tutti fatto dei salti sulla sedia per via del rapporto qualità/prezzo notevolissimo. Ugolino è un Montefalco Sagrantino perfetto per una cena di livello: 25 euro circa sul loro sito internet davvero molto ben spesi e il Cajo è una vera scoperta per costare meno di 10€. Composto in egual parti da sagrantino, merlot e cabernet è un vino che a naso profuma di viola e di carrube con secondari tipici del cabernet e in bocca entra potente e alcolico (il giusto) per finire quasi in dolcezza. Siete alla ricerca per le calde serate di un rosé che costi il giusto ma dia soddisfazione? Il Bernarda (nome un po’ particolare ma il vino per un aperitivo è eccellente) può essere la bottiglia giusta.

Antonelli

Altra cantina da annotarsi ma non la scopriamo certo noi. Degustazione di alto livello: da segnarsi il Trebbiano spoletino Trebium 2022 fatto (anche) in anfora: naso pulito e floreale; in bocca è ampio e pieno di lunga persistenza e con un finale dolce. Un assaggio del 2018 ci regala profumi più evoluti e cremosità in bocca. Il Vigna tonda (la vigna è un cru effettivamente tondo) si conferma un grande vino bianco anche nel 2022 all’insegna della mineralità. Croccante e freschissimo il Contrario 2020, fatto con uve sagrantino fuori zona – quindi Igt – con profumi di arancia e frutti rossi. In bocca tannico come si deve ma mai fastidioso si fa sicuramente apprezzare a pasto senza esagerare con i piatti troppo elaborati. Ma la star della degustazione è stato senza dubbio il Montefalco Sagrantino Molino dell’Attone, un vero cru sia nell’annata 2018 che 2019: entra in bocca con dolcezza e la profondità di beva chiama immediatamente il secondo bicchiere anche grazie a una leggera sapidità. Unico.

Ilaria Cocco

Cantina piccola ma molto attiva, presenta vini con tagli particolari nel bicchiere e anche della bottiglia. Su tutti svetta il Sagrantino passito che profuma di prugne secche e frutti neri. In bocca entra ancora leggermente tannico ma al servizio di una bellissima bevibilità, con quel minimo di residuo zuccherino che non fa che aumentarne la piacevolezza. Il Montefalco Sagrantino 2019 poi è profumatissimo.

Sergio Bolzoni

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