Gli Stati Uniti restano il primo mercato estero per i vini italiani ma negli ultimi tredici anni sono cresciuti notevolmente Cina e Russia (al netto dei recenti restringimenti all’export dovuti alla crisi ucraina). E per il futuro si continua a guardare alle bollicine. Sono alcuni dei dati di Wine Monitor, l’osservatorio di Nomisma, presentati al forum “Il futuro del vino (e il vino del futuro)”, nell’ambito di Taormina Gourmet.
Per il vino italiano il mercato estero di riferimento si conferma quello degli Usa che da noi acquistano oggi quasi 4 milioni di ettolitri. Il balzo più significativo fra il 2003 e il 2013 è stato quello ben noto della Cina, con un +3.800%. E’ cresciuta anche la Russia (+242%) sempre al netto della crisi internazionale, aumentate anche le esportazioni verso Canada (+110%), Giappone, Svizzera, Germania e Gran Bretagna. Cina, Stati Uniti e Russia le nazioni in cui si consuma piu’ vino di importazione (fra il 75 e l’80%). In Germania il 36% del vino importato è italiano. Fra gennaio e luglio di quest’anno i vini italiani all’estero hanno segnato un passo positivo in quasi tutti i Paesi, in controtendenza rispetto ad un calo generalizzato delle importazioni: in Cina ad esempio le importazioni di vino sono calate del 10,3% ma il vino italiano segna comunque un +0,9%. Continua a leggere