Il Bio che avanza nel vino: 4 bottiglie su 100 sono biologiche

Il bio avanza anche nella filiera vitivinicola: in Italia, nel 2020, 4 bottiglie di vino su 100 sono biologiche, ma il fenomeno è in forte crescita in tutto il mondo sia in termini di estensioni delle superfici vitate che di interesse del consumatore, sempre più attento all’impatto della produzione alimentare sull’ambiente.

 

In Italia, al 2019 si contano 107.143 ettari di vigneto biologico (+109% nel decennio), con un incidenza sulla superficie vitata complessiva del nostro Paese di quasi il 19% , la più alta in Europa e nel mondo.  Continua a leggere



Per fare il vino è fondamentale… La vespa

Foto Wikipedia

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Nel senso dell’insetto, non dello scooter. Le vespe infatti sono l’alcova dei lieviti naturali responsabili della fermentazione del vino e
garantiscono la biodiversità messa a rischio dal deterioramento ambientale e dall’utilizzo di pochi ceppi selezionati. E’ la scoperta – riporta l’Ansa – fatta da ricercatori dell’Università di Firenze e della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, coordinata da Duccio Cavalieri. La ricerca, spiega una nota dell’Ateneo, ha documentato per la prima volta il comportamento sessuale dei lieviti in ambienti naturali, ricostruendo tappe e luoghi dell’accoppiamento dei differenti ceppi. Continua a leggere



Cinque Nero d’Avola alla cieca: da 5 a 50 euro

I cinque Nero d'Avola della degustazione

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L’occasione è ghiotta: cinque bottiglie di Nero d’Avola da degustare alla cieca nella propria cucina insieme a un gruppo di amici. Loro non sanno nemmeno di che bottiglie si tratta. Io che ho messo il foglio di allunimio alle bottiglie esco dalla stanza e lascio che uno di loro segni le bottiglie con dei numeri. Ovviamente una riccca cena fa da corredo al tutto.  L’idea era di quelle balzane: scegliere una bottiglia per fascia di prezzo e vedere alla cieca l’effetto che fa. In realtà ci siamo riusciti solo in parte. Comunque questi erano i “campioni” selezionati. Nero d’Avola Settesoli, 4,65 euro; Nero d’Avola Baglio di Pianetto, 8,69 euro; Chiaramonte di Firriato 9,89 euro; Tancredi di Donnafugata (unico blend con cabernet sauvignon, tannat e altre uve) 17 euro, Mille e una Notte Donnafugata 46 euro. Tutti i prezzi sono relativi a supermercati brianzoli del Lecchese. Vediamo i risultati.

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Sembrava di Cortona, ma il vino era siciliano

Siamo alle solite: seimila bottiglie di vino proveniente dalla Sicilia ed etichettato come se fosse di Cortona sono state sequestrate nell’aretino. Un imbottigliatore e un distributore sono stati denunciati per frode.

Riporta l’agenzia Ansa che il controllo è scattato dopo che a Monte San Savino (Arezzo) gli agenti della guardia forestale hanno notato in un ristorante alcune bottiglie di vino rosso da tavola con un’etichetta che riportava un’immagine e il nome di Cortona. Visto che questa pratica è da considerarsi illecita in quanto la normativa europea vieta l’indicazione di luoghi geografici nelle etichette del vino che non appartengano ad una denominazione protetta, sono stati avviati gli accertamenti, in collaborazione con l’Ispettorato repressione frodi di Firenze. Continua a leggere



Il futuro del vino: nasce la Carta di Marsala

La Carta di Marsala è un documento-manifesto che contiene le indicazioni e alcune proposte operative per il futuro della vitivinicoltura italiana in generale e siciliana in particolare. Si tratta di un testo programmatico che nasce dal contributo degli attori dell’intero comparto vitivinicolo nazionale e che guarda con molta attenzione anche ai fattori ambientali, nella convinzione che, per il sistema del vino siciliano, ci sia la necessità di fondare il processo di qualificazione su obiettivi e indicatori comuni, in modo di mettere il prodotto ed il consumatore al centro della proposta di cambiamento.

In questa chiave, il concetto di sostenibilità diventa fondamentale così come l’interconnessione tra economia, società ed ambiente , per affermare che il vino siciliano non è solo un’eccellenza qualitativa ma è anche un prodotto responsabile. Continua a leggere



Five Roses, un grande rosato italiano

Quella del rosato è un po’ una perversione. E’ il classico né carne né pesce, non è rosso ma non è neanche bianco. E’ un vino a sè. Il 90% dei consumatori italia lo trova inutile, spesso finché non va a fare una vacanza in Francia e assaggia i rosati loro, magari quelli della Provenza , i migliori in assoluto. Allora entusiasta di avere scoperto un nuovo vino torna a casa sul suolo patrio e comincia a comprare delle bottiglie di rosato italiano pensando diritrovarci la stessa qualità. E fa una amara scoperta: se nei rossi e nei bianchi la distanza media tra il vino italiano e quello francese si è molto assottigliata, per i rosati siamo al punto di 20 anni fa. Non c’è partita. Non solo. Diventa difficile trovare dei vini davvero buoni (non stiamo parlando di spumanti rosé, ovviamente). Continua a leggere



Il vino dei Romani rinasce in Sicilia

Sulla questione se ne sono sentite di tutte e di più. Ora il vino degli antichi Romani potrebbe rinascere in Sicilia, dove si tenterà di riprodurre un vigneto seguendo in maniera fedele le istruzioni contenute in alcuni testi romani. L’esperimento sarà condotto dall’Istituto per i beni archeologici e monumentali del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibam-Cnr) a Catania in collaborazione con la cattedra di Metodologie, cultura materiale e produzioni artigianali nel mondo classico dell’Università di Catania.
L’obiettivo del progetto è verificare sperimentalmente e tradurre in pratica le antiche tecniche romane di produzione del vino: dal prelievo delle talee fino alla vendemmia, passando per lo scavo delle fosse e l’utilizzo di strumenti antichi ricostruiti. Le istruzioni che saranno seguite sono contenute in alcuni testi risalenti al periodo compreso fra il I secolo avanti Cristo e il II secolo dopo Cristo, come il secondo libro delle Georgiche di Virgilio e il De Agricultura di Columella. Continua a leggere



Imparare il vino con l’Onav

Ci sono tante occasioni per frequentare corsi per imparare ad affrontare il “tema” vino. Una ottima e completa è senz’altro l’offerta dell’Onav, l’Organizzazione nazionale assaggiatori di vino. Corsi di ben 18 lezioni, solo per il primo livello, che affrontano tutte le tematiche inerenti all’assaggio del vino: dalla conoscenza di ciò che avviene in vigna alle tecniche di base del lavoro in cantina, dalle evoluzioni in bottiglia alle degustazioni in bicchiere. Sì perché durante le lezioni si degustano, analizzandoli, almeno quattro vini (spesso cinque).
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