Friuli Venezia Giulia: il luogo ideale per perdersi tra i vigneti in Vespa

Perdersi tra i vigneti dopo aver imboccato una strada sterrata larga poco più di un sentiero. Accorgersi di aver sconfinato in terra slovena perché non siamo rintracciabili al telefono cellulare. Ritornare ragazzini a bordo di una vespa gialla presa in affitto, nemmeno fossimo Cesare Cremonini. Succede se si decide di trascorrere un paio di giorni sul Collio goriziano, lembo orientale del Friuli Venezia Giulia. Scorribande eno-gastronomiche all’insegna del relax, della natura, del tempo che scorre lento.

Da queste parti, sono i bianchi a farla da padrone: pinot bianco e grigio, ribolla, friulano (una volta chiamato tocai), sauvignon, chardonnay e malvasia. Ma non va per nulla sottovalutato il pinot nero, varietà peraltro molto delicata e assai difficile da coltivare.

E’ consigliabile partire di mattina presto per visitare le molte aziende vinicole – per la maggior parte a conduzione familiare – sparse tra borghi e colline, nei comuni di Cormons, Corno di Rosazzo, Oslavia, Dolegna, Ruttars, San Floriano.

Dove degustare

1600 in totale gli ettari vitati, coltivati con passione da vignerons che qualche addetto ai lavori definirebbe garagisti per la limitata – quanto preziosa – produzione che non necessita di cantine spaziose. Edi Keber, Gravner, Toros, Primosic, Tiare solo per citarne alcuni. Senza dimenticare poi le etichette più conosciute: Russiz, Jermann, Felluga, Collavini, Venica & Venica, Lis Neris, Vie di Romans.

Tappa obbligata è però, alle porte di Capriva, l’azienda agricola Mario Schiopetto, il pioniere del vino bianco friulano moderno, scomparso 15 anni fa. Fu lui – negli anni ’60 – il primo ad avvalersi delle nuove tecnologie per garantire una qualità dei vini sempre maggiore. Innovatore anche nella promozione e distribuzione, fu lui a convincere gli altri produttori del Collio ad affronatre i mercati internazionali, Germania e Stati Uniti in primis.

Si trova invece a Farra d’Isonzo Villa Parens, piccola realtà creata da Giovanni Puiatti, storico viticoltore friulano con un passato da giocatore di basket. 80.000 bottiglie in tutto, in prevalenza vinificazione con metodo classico (chardonnay, pinot nero e pinot meunier le uve utilizzate) da far invidia ai francesi. Per l’affinamento, solo acciaio e vetro. “Il legno in cantina – sostiene infatti l’istrionico Puiatti – è come la panna in cucina”.

Merita una citazione anche la “Vigna del Mondo”. Qui, su iniziativa della Cantina produttori Cormons, dal 1983 sono coltivate le uve di quasi 600 diverse varietà, provenienti dai cinque continenti. La vendemmia da vita al “Vino della Pace”, inviato in segno di fratellanza ai potenti della terra e ai Capi di Stato in bottiglie dalle etichette disegnate da artisti di fama internazionale.

Dove dormire

Per un merito riposo, non c’e’ che l’imbarazzo della scelta tra confortevoli agriturismi, b&b, alberghi e relais. Il Castello di Spessa, un tiro di schioppo da Capriva del Friuli, è l’indirizzo ideale per chi alla passione del vino unisce quella del golf. Una dimora storica risalente al XII secolo (qui nel 1773 trovò rifugio, per circa due mesi, Giacomo Casanova, durante la sua fuga da Venezia, ricercato dagli Inquisitori di Stato) trasformata in un elegante wine resort, in cima ad un’altura dalla quale si domina il percorso a 18 buche sottostante e gli ordinati vitigni di proprietà. Le annate più longeve del vino prodotto vengono custodite a 20 metri di profondità (70 scalini da scendere e poi risalire) in una sorta di bunker utilizzato dai militari tedeschi, che avevano occupato il castello durante la seconda guerra mondiale. In una sala del maniero, anche un tavolo da biliardo inglese del 1600.

Le gambe sotto la tavola

Anche la cucina del Collio è in grado di dare – eccome – grandi soddisfazioni. All’osteria della Ribolla, a Corno di Rosazzo (qui tutte le vie e le strade sono state intitolate, dal 1989, a vitigni nazionali e internazionali) si possono degustare piatti della tradizione austro-ungarica, mentre in quella della Subida – a Cormons – il menù varia di continuo, seguendo la stagionalità degli orti. 200 metri più avanti, troviamo la trattoria Al cacciatore, pluripremiata dalla Guida Michelin, con annesso country resort. Il titolare, Josko Sirk, produce anche un aceto molto apprezzato dai gourmet. Solo quindici coperti invece a Dolegna del Collio, nel ristorante “L’argine a Vencò” (anche questo stellato) di Antonia Klugmann.
Paolo Brinis

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