A scuola di bollicine al Modena Champagne Experience 2019

Nonostante lo Champagne sia tra i vini più apprezzati al mondo con un pubblico di appassionati fedelissimi, c’è molto da fare per raccontare al di là dei luoghi comuni le tante sfaccettature di queste straordinarie bollicine. Raccontarne il terroir unico, il metodo di vinificazione complesso e le varie tipologie.

Per questo ben vengano manifestazioni come Modena Champagne Experience, il più grande evento in Italia dedicato esclusivamente allo Champagne. 125 Maison, per un totale di oltre 500 etichette proposte al pubblico, e diverse masterclass avrebbero tolto la sete a chiunque! Un’occasione d’incontro con produttori e vigneron francesi insieme agli importatori italiani, elemento chiave nel garantire agli appassionati italiani la presenza sul mercato nazionale delle amate bollicine d’oltralpe. Tra questi, anche i quindici riuniti nell’associazione Club Excellence, che organizza l’evento. Il direttore, Lorenzo Righi, racconta come è nata l’idea di dar vita alla manifestazione: “Siamo convinti che la distribuzione giochi un ruolo di grande valore, per selezionare i migliori prodotti oltreconfine e riproporli sul mercato nostrano. Un compito importante che ha una sua componente didattica. Champagne Experience si propone un po’ questo: offrire al pubblico una vetrina il più completa possibile del mondo dello Champagne”.

Dalle famose Maison ai piccoli vigneron. Un panorama complesso per chi si approccia alla bollicina con diversi fattori da tener presente. Una zona di produzione situata al limite settentrionale della coltivazione della vite e un clima oceanico con influenze continentali. Un terreno stratificato, con calcari, gessi e marne, che ne favorisce la grande mineralità. Le zone di produzione con uve differenti, La Cȏte de Sézanne e La Cȏte de Blancs (neanche a dirlo) con prevalenza Chardonnay, la Vallee de la Marne a prevalenza Pinot Meunier e la Montagne de Reims e, a sud, la Cȏte des Bar con prevalenza Pinot noir. Il metodo classico che a seconda dei dosaggi e delle uve utilizzate dà vita a vini profondamente differenti, troppe cose da affrontare in un solo articolo…  

Tante da capire e diffondere per apprezzare a pieno questo mondo insomma! Una grande occasione per tutti noi appassionati di bollicine e Champagne nello specifico per approfondire e per chi si avvicina a questo mondo per scoprirlo, in entrambi i casi assaggiando!

Ecco alcune delle cantine che abbiamo assaggiato partendo dalle Maison classiche, Pol Roger, Jacquart, Pommery, Taittinger, Bollinger, Ayala, Pannier, per arrivare alle altre zone, Pascal Doquet, De Sousa, Larmandier-Bernier, Jacquesson, Drappier, Lallier, Andrè Beaufort e alcune grandi scoperte assaggiate per la prima volta come Francis Orban, Agrapart, Trousset Guillemart (quest’ultima cantina dal rapporto qualità prezzo sconvolgente).

E allora cin cin a tutti! Che ci sia sempre un’occasione per brindare con uno Champagne!

Ah, da ricordare prima di degustare… Club Excellence suggerisce tre semplici accortezze per esaltare le doti dello Champagne. Il calice, innanzitutto. Se è vero che la famosa coppa – in auge quando le bollicine francesi erano sostanzialmente dolci e che su di noi esercita sempre un fascino alla “Grande Gatsby” – disperde con più facilità l’effervescenza mentre la flûte ostacola la dissoluzione dei profumi, il calice perfetto per degustare è un bicchiere dal lungo stelo con un calice dapprima stretto – in modo che le bollicine siano sospinte verso l’alto – poi allargato e infine leggermente richiuso, che permette un buon contatto con l’aria e libera i profumi. La temperatura di servizio, sugli 8°C risulterà ottimale, perfettamente fresca senza penalizzare l’espressione aromatica. Infine, la mescita, lenta e graduale, senza che un eccessivo accumulo di schiuma riempia il calice e copra lo Champagne. 

Raffaele Cumani 
@raffaelecumani

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