Qualche cenno storico sul vitigno Barbera

Le origini del vitigno Barbera si perdono nella notte dei tempi, le prime notizie risalgono già al 1304 quando Pietro De Crescenzi lo cita nel suo “Liber Ruralium Commodorum”, che passerà alla storia come il più celebre trattato di agronomia, viticultura ed enologia del medioevo, ma già in precedenza questa uva era conosciuta con il nome di “grisa” o “grisola” dai contadini piemontesi. La sua diffusione, partita dal Monferrato, sua zona di origine, è stata nel corso dei secoli inarrestabile sia in Italia che nel resto del mondo. Grazie anche alla sua versatilità ( questa uva può dare vita sia a vini in purezza sia a meravigliosi uvaggi), oggi il Barbera contende al Sangiovese il primato di vitigno a bacca scura più coltivato in Italia con i suoi oltre 50.000 ettari impiantati. Oltre che in Piemonte, infatti lo possiamo trovare in Lombardia (oltrepò pavese), in Emilia (colli piacentini bolognesi e di parma), Sardegna e Campania. Nel resto del mondo la barbera la troviamo in California e in Argentina dove è giunta tra la fine del 1800 ed i primi anni del ‘900 a seguito della forte emigrazione italiana in questi due paesi.

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