Sa Spinarba, Meloni e Mora&Memo….una nuova idea di Sardegna

L’ardileerrore che si è fatto molto spesso, soprattutto in passato  a proposito dei vini di Sardegna è quello di pensare ad una viticultura arcigna e dura che desse come risultato vini pesanti e difficili da bere (il pensiero va soprattutto a certi cannonau super alcolici e senza alcuna freschezza…), ma fortunatamente anche l’isola dei quattro mori negli ultimi anni ha elevato di molto il livello di qualità. I meriti di questa crescita sono da ricercare, oltre che nel generale aumento di interesse legato all’enologia e alla viticultura da parte del pubblico anche e soprattutto dalla nascita di nuove realtà che hanno di fatto “svecchiato” una certa idea di viticultura. In questo panorama, abbiamo avuto modo di assaggiare recentemente alcune cose di assoluto livello che ci hanno confermato questo cambio di passo da parte dei produttori sardi.

La prima segnalazione riguarda l’azienda agricola Sa Spinarba di Donori (CA), piccolissima azienda a conduzione familiare che produce poche bottiglie che cura una ad una come fossero dei figli, delle quattro tipologie concepite l’Ardile è sicuramente, a nostro avviso il prodotto più riuscito. Il vino è un IGT Isola dei Nuraghi ed è ottenuto da un uvaggio di tre vitigni autoctoni e semi sconosciuti ai più (Maristellu, Barbera sardo e Bovale) e nonostante il “generoso” grado alcolico (14 % vol.), riesce ad essere un vino molto piacevole da bere con una inusuale freschezza degustativa.  Per sua natura e composizione è da bersi in accompagnamento a piatti corposi e saporiti come, ad esempio, cacciagione di pelo (cinghiale su tutti) e formaggi stagionati. Continua a leggere



Vendemmia 2014: ecco quanto ci costa l’estate col maltempo

avvinandoLa vendemmia 2014 in Italia perde quasi 4 milioni di ettolitri rispetto a quella del 2013. L’anno scorso infatti era stata una annata quantitativamente importante con poco meno di 45 milioni di ettolitri raccolti, quest’anno ci si ferma a 41 “a causa delle terribili condizioni meteorologiche – ha spiegato all’agenzia Ansa Palma Esposito, la responsabile vino e olio di Confagricoltura e vicepresidente del gruppo di lavoro sul vino al Copa-Cogeca – i viticoltori hanno dovuto affrontare una situazione difficile: il calo del raccolto al Nord è stato in media del 15% con punte fino al 40% in alcune zone della Puglia e un calo del 27% in Sicilia, ma quest’ultime due regioni avevano conosciuto nella vendemmia 2013 aumenti fino al 30%”.

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Vino: gli Stati Uniti restano il primo mercato per gli italiani. Ma…

avvinandoGli Stati Uniti restano il primo mercato estero per i vini italiani ma negli ultimi tredici anni sono cresciuti notevolmente Cina e Russia (al netto dei recenti restringimenti all’export dovuti alla crisi ucraina). E per il futuro si continua a guardare alle bollicine. Sono alcuni dei dati di Wine Monitor, l’osservatorio di Nomisma, presentati al forum “Il futuro del vino (e il vino del futuro)”, nell’ambito di Taormina Gourmet.

Per il vino italiano il mercato estero di riferimento si conferma quello degli Usa che da noi acquistano oggi quasi 4 milioni di ettolitri. Il balzo più significativo fra il 2003 e il 2013 è stato quello ben noto della Cina, con un +3.800%. E’ cresciuta anche la Russia (+242%) sempre al netto della crisi internazionale, aumentate anche le esportazioni verso Canada (+110%), Giappone, Svizzera, Germania e Gran Bretagna. Cina, Stati Uniti e Russia le nazioni in cui si consuma piu’ vino di importazione (fra il 75 e l’80%). In Germania il 36% del vino importato è italiano. Fra gennaio e luglio di quest’anno i vini italiani all’estero hanno segnato un passo positivo in quasi tutti i Paesi, in controtendenza rispetto ad un calo generalizzato delle importazioni: in Cina ad esempio le importazioni di vino sono calate del 10,3% ma il vino italiano segna comunque un +0,9%.  Continua a leggere



Vino e hamburger, matrimonio perfetto

Hamburger due valli e raboso

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Abbinare hamburger gourmet a grandi vini. E’ questa la sfida lanciata dai proprietari di ITaste, ristorante di Grezzana, tra la Valpolicella e la Lessinia veronese, che hanno deciso di proporre ai loro clienti nuovi abbinamenti alle loro specialità. L’esperimento, provato in anteprima, è riuscito. L’hamburger italiano infatti si è affrancato ormai da tempo dalla nomea di junk food grazie alla scelta accurata delle materie e nonostante l’accostamento con la birra vada per la maggiore, ci sono ampi spazi di scoperta gustativa grazie alla scelta del vino giusto. Continua a leggere



Domini .wine e .vin, vignaioli d’Europa (e d’Italia) in rivolta

Secondo Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc ed Efow (la Federazione europea dei vini di origine) il problema più grande è la protezione delle denominazioni dei vini su Internet, affinché venga trovata una soluzione che impedisca un uso improprio dei domini .wine e .vin.” per salvaguardare chi produce, ma anche e soprattutto i consumatori. Il tempo stringe: il mercato globale del vino online continua a crescere di oltre il 30% ogni anno. Continua a leggere