Bottiglie Aperte, grandi vini a Milano con il Grattamacco spiegato da Luca Gardini

BottiglieAperte2015

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Chi segue Avvinando da più tempo sa che non amiamo raccontare in questa sede queste kermesse del vino. Ci andiamo (non sempre), ma lo facciamo in assoluto anonimato. Perché poi comunque la giri a scrivere di una manifestazione così scontenti sempre qualcuno, ingiustamente, semplicemente perché non hai fatto a tempo ad assaggiare il suo vino. Con Bottiglie aperte 2015 a Milano abbiamo fatto una eccezione perché abbiamo assistito a una “masterclass”, cioè a una degustazione verticale (cioè di più annate dello stesso vino), di uno dei vini più famosi e intriganti del panorama toscano: il Grattamacco Bolgheri superiore. Il nome un filino pomposetto di masterclass a sottolineare che il tutto è stato condotto da Luca Gardini, campione del mondo dei sommelier nel 2010 e tante altre cose. 

Il Grattamacco è uno dei vinoni della zona di Bolgheri, assurta all’onore delle cronache grazie ai vari e più famosi Sassicaia e Ornellaia: blend di cabernet e merlot alla francese. Il Grattamacco però è diverso, perché non ripudia il sangiovese, vero re dei vitigni toscani e italiani. Il che – ha spiegato Gardini – consente a queste bottiglie di esprimersi in modo diverso dal tipico taglio bordolese. E dobbiamo dire che nella degustazione la cosa è apparsa del tutto evidente, in certe annate addirittura clamorosa.
L’occasione era ghiotta: una verticale delle annate 2012, 2011, 2010, 2009, 2008, 2007 e 2006: capite bene che non potevamo mancare! Ecco qua le nostre impressioni (da prendere per quello che sono), copiate e incollate dagli appunti presi in diretta. Le valutazioni di Luca Gardini sono riportate con una (G):

2012 Salino e frutto dolce e con una sottile acidità(G) al naso, in bocca mineralità accentuata e acidità ben bilanciate, buona persistenza.

2011 Annata calda, al naso più omogeneo: il frutto è più insistito, profondo(G). In bocca è meno complesso, meno acidità e meno persistente. In compenso più morbido, quasi femminile.

2010 Al naso più floreale, geranio(G), noce tostata da sangiovese(G). In bocca entra leggero poi svolta sull’amarognolo, liquirizia(G). Vino pronto(G), ma tra i più persistenti con un finale molto morbido

2009 Al naso potente: polpa gialla(G), caco(G) salino e sassoso. In bocca entra irruente ma vira subito sulla dolcezza e ottima acidità. Persistenza infinita e finale minerale. Dopo 20 min nel bicchiere eleganti sentori cacao e liquirizia: per chi scrive il n°1 della verticale!

2008 Grande tannino, annata in cui il tannino ha fatto fatica a maturare(G), e meno complesso al naso ma in bocca sembra ancora giovanissimo. Da riassaggiare tra qualche anno(G)

2007 Al naso speziato, bouquet complesso e in bocca la  speziatura si sente. Chiusura morbida

2006 Molto simile al 2008 ma con una acidità accentuata che si sente anche al naso e lo rende più aperto in bocca.  Irruente ma un po più corto(G). Annata fatta così, dice l’enologo.

Bottiglie aperte c’è fino a lunedì con tante cantine e altre consigliatissime masterclass: Livio Felluga, Giulio Ferrari, Giuseppe Mascarello, Dal Forno Romano, Casanova di Neri, Tenuta Sette Ponti e Marisa Cuomo.

E il resto della manifestazione? Intanto il posto è bellissimo: i chiostri del Museo della scienza e della tecnica di Milano, dove sembra che Leonardo da Vinci in persona avesse delle viti. Splendida a proposito la sala della degustazione. Espositori di prim’ordine da quasi tutte le regioni italiane. E qui siamo all’imbarazzo di cui si accennava in apertura: non abbiamo fatto a tempo a visitare tutti. E quindi? Ottimi vini ne abbiamo bevuti tanti. Quindi ne consigliamo ai visitatori milanesi uno solo, perché probabilmente in Lombardia un filino meno conosciuto e popolare ma di qualità e che costa il giusto: il Ficiligno 2014 di Baglio di Pianetto. Tanto per assaggiare la maledetta annata 2014, che poi così male in qualche regione non è.
Sergio Bolzoni @sergiobolzoni

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