Da oggi l’Asti docg si fa anche secco (e al Prosecco non piace)

Si sapeva, era nell’aria, ma da oggi è realtà: dopo il via libera della Commissione Tecnica anche il Comitato Vinicolo del Ministero delle Politiche Agricole ha dato il via libera a procedere per la modifica del disciplinare con l’inserimento di nuove tipologie di Asti dogc con minore contenuto zuccherino, nella versione secco, demi-sec ed extra secco. Lo comunica direttamente il Consorzio per la tutela dell’Asti che dovrebbe immettere il nuovo prodotto sul mercato per l’estate 2017. E la cosa a quanto pare non piace molto ai produttori del Prosecco.

“Il parere positivo del Comitato Nazionale Vini ci permette di continuare sul percorso intrapreso e di poterlo immettere sul mercato orientativamente per l’estate 2017 – spiega Giorgio Bosticco, direttore del Consorzio Asti docg – Pur rimanendo prioritaria l’attenzione, l’informazione e la promozione nei confronti dell’Asti dolce e del Moscato d’Asti docg, la variante Asti secco è indubbiamente un’opportunità ad integrazione e completamento della Denominazione che vedrà una fase iniziale orientata più al corretto posizionamento che non alla ricerca dei volumi”.
“Dopo un prolungato periodo di studi e ricerche abbiamo messo a punto un protocollo per la spumantizzazione che ci consente di avere un prodotto Docg unico – aggiunge Bosticco – in grado di esprimere profumi floreali e aromatici tipici del vitigno moscato dal quale proviene. Il ridotto contenuto di zuccheri rispetto alla versione dolce ci permetterà di estendere la nostra offerta anche ad altri momenti di consumo come l’aperitivo o a tutto pasto nonché rivolgerci a un target più giovane”.

I dubbi dei “Prosecchisti” – Target giovane che è al momento molto ben presidiato dal Prosecco. E di fatti qualche malumore c’è: “Stando così le cose il tutto verrà lasciato alla correttezza degli imbottigliatori astigiani”. E’ il commento del presidente del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc, Stefano Zanette, al via libera alla modifica del disciplinare di produzione dell’Asti Docg in modo da ottenere anche versioni secco, demi-sec ed extra secco.
“Riteniamo – prosegue Zanette – che il parere espresso dal Comitato nazionale vini vada nella direzione da noi auspicata, anche se permangono, a nostro avviso, dei margini di interpretazione che, se chiariti, avrebbero potuto evitare a priori eventuali contenziosi in sede giudiziaria circa l’uso evocativo del termine “secco”, il quale, comunque, a quanto ci è
dato a sapere non dovrebbe comparire sul nuovo disciplinare dell’Asti Docg”.