Marchesi di Barolo: un incontro con la storia del vino italiano

Il Barolo è uno dei vini italiani più famosi e apprezzati al mondo, un antico nobile che esercita un fascino sempre attuale. La sua è una storia che parte più di 200 anni fa e che vale la pena raccontare brevemente.

Nel 1807 il Marchese di Barolo, Carlo Tancredi Falletti, sposa Juliette Colbert di Maulévrier nobildonna francese che, giunta nelle tenute del marito, intuisce le grandi potenzialità di quello che oggi definiremmo terroir e comincia a vinificare l’uva locale, il Nebbiolo, in modo tecnicamente avanzato e a elevarlo in grandi botti per farlo durare nel tempo piuttosto che consumarlo nell’annata stessa. Sul modello francese, il vino così prodotto prende il nome del suo territorio d’origine, Barolo appunto.

La Cantina Marchesi di Barolo, lascito di quell’intuizione, attraversa due secoli e arriva ad oggi con al timone la famiglia Abbona, a sua volta storica famiglia di viticoltori delle Langhe. Due secoli che si respirano nella fantastica visita alle cantine storiche dove le prime botti, restaurate e restituite al loro splendore, sono ancora utilizzate per far riposare il Barolo. Un percorso in cui ci si immerge tra documenti e carte centenarie e tra una sontuosa collezione di tutte le annate di Barolo. Alcuni di questi millesimi, imbottigliati nelle bottiglie piatte, ideate e prodotte per essere nascoste alle razzie naziste, testimoniano anche momenti drammatici del passato del nostro Paese.

Una tradizione straordinaria che si riversa nei vini. Parleremo dei tre Cru storici di Barolo, vini che sono cioè ottenuti dalle uve dei vigneti più pregiati da cui prendono il nome, fiori all’occhiello della cantina.

Il Coste di Rose 2012 ha un bel naso fruttato e una bocca asciutta, un vino fresco e morbido, delicato, piacevolmente immediato e armonico, profumato e intenso.

Il Cannubi 2012 ha un naso rotondo, in bocca è più ricco, con tannino più aggressivo ma elegante e un grandissimo equilibrio, piacevolezza e potenziale evolutivo.

Il Sarmassa 2012 è più austero ma allo stesso tempo strutturato, con naso più sottratto, polveroso, minerale. In bocca ha un tannino intenso, freschezza e eleganza. Un vino potente, tuonante con una lunga vita davanti.

Vini in cui l’innovazione incontra una tradizione centenaria, in una cantina che vale la pena visitare per percepire chiaramente come dentro un bicchiere di prezioso Barolo ci sia molto di più di un semplice vino.

Raffaele Cumani 
@RaffaeleCumani

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