Gavi DOCG, il grande bianco piemontese compie venti anni

Quest’anno la DOCG Gavi ha compiuto 20 anni e il Consorzio di tutela del Gavi ha voluto festeggiare il compleanno con una grande degustazione lunga dieci anni. Dieci annate per scoprire ed esplorare questo bianco, le sue potenzialità evolutive e questa zona del Piemonte, che vanta una tradizione enologica antichissima.

Iniziamo però con una breve storia triste: fino a non molto tempo fa chi scrive non conosceva granché di questo vino. Quale migliore occasione quindi di una bella degustazione che abbraccia un decennio di Gavi per approfondire la conoscenza di un bianco che gode di meritatissima fama all’estero ancor più che nel nostro Paese?

20 vini dal 2007 al 2016 da una terra di confine, tra il mare e la Pianura Padana, sempre ottenuti da uva cortese. Molte le caratteristiche comuni sempre presenti: grande pulizia, una bella spinta acida e chiara mineralità. Al naso si ritrovano spesso delicate note di frutta gialla, a volte esotica e di agrumi, note floreali, di miele, a volte di zafferano, spesso accenni di idrocarburo.

Ma ecco tre dei vini degustati che ci hanno colpito molto.

Il Mandorlo 2010 Tenuta San Pietro. Ha note dolci di frutta con un accenno di idrocarburi. In bocca è fresco, agrumato, morbido con un finale fresco che chiude con sensazioni di amaretto. Un vino balsamico, pieno, che ha corpo ed equilibrio. Un bianco che è ancora un giovanotto a dispetto dei quasi dieci anni.

Vecchia Annata 2009 Broglia. Si presenta con un naso delicato, aromatico, minerale, mediterraneo. In bocca entra minerale e con una bella morbidezza cremosa lasciando poi spazio a una lunga balsamicità fresca e sapida. Un vino che ha corpo, pulizia e un equilibrio straordinario che ci ha davvero entusiasmato. Un bianco di quelli che ci piacciono proprio!

Monterotondo 2007 Villa Sparina. Oltre dieci anni per un bianco che si presenta al naso con note di zafferano, minerali e vanigliate. In bocca è rotondo ma con una sapidità prorompente e una freschezza mentolata che gli danno ancora una grandissima spinta.

Abbiamo scelto di parlare delle annate più vecchie per mostrare come questi bianchi, cosa non così comune nella nostra tradizione, siano in grado di evolvere e migliorarsi per oltre dieci anni. Vini già piacevolissimi da giovani, che vale davvero la pena raccontare e scoprire, anche in virtù dell’ottimo rapporto qualità prezzo, perché grandi ambasciatori del bianco italiano nel mondo.

Raffaele Cumani 
@RaffaeleCumani

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *