Devono essersi stancati i sedici produttori dell’Oltrepò Pavese di veder considerare la propria Bonarda un vino per chi di vino capisce poco. Devono averne avute le tasche piene di vederla posizionata in basso a poco prezzo negli scaffali della grande distribuzione. Devono aver pensato, vedendo winelovers e appassionati storcere il naso di fronte all’effervescenza di uno dei vini più rappresentativi del loro territorio ‘basta così, facciamo qualcosa!’. Fatto sta che si sono uniti, i sedici produttori, e hanno deciso di ridare dignità a un vino tradizionale e quotidiano che da sempre esprime un territorio pazzesco dal punto di vista enologico ma non solo, l’Oltrepò pavese, che per motivi tra i più disparati non ha ancora espresso il proprio vero potenziale. Continua a leggere