Vini estremi d’Argentina: sorprese dalla Patagonia e da oltre 3.000 metri

Vino d’Argentina, ottimo con la carne, sì certo ma queste due cantine Bodega Colomé e Bodega Otronia sono interessanti in sè in quanto la prima possiede i vigneti tra più alti al mondo oltre i tremila metri (ce ne è una in Nepal ancora più in alto…) e la seconda invece è tra le più a sud del mondo visto che è situata nel cuore della Patagonia.  

Grazie alla cucina eccellente del ristorante argentino Don Juan di Milano, abbiamo avuto l’occasione di degustare alcuni vini di queste due cantine “estreme”. Ne citiamo uno per azienda perché ci hanno particolarmente colpiti. Anche perché pensare a un pinot nero davvero di alto livello non è che venga in mente immediatamente la Patagonia e invece questo Pinot Noir Block I di Bodega Otronia ha una profondità di beva davvero eccellente. Il naso è quello tipico dei pinot noir dei posti dove fa freddo con certe note floreali e balsamiche che si sovrappongono a quelli classici di lampone e mirtillo. Interessante anche una certa nota di erbe balsamiche che viene fuori dopo un po’. In bocca è un trionfo dell’equilibrio, delicato e persistente allo stesso tempo, colpisce per una certa mineralità e una persistenza davvero ottima.

Altura Maxima di Bodega Colomé è un malbec – vitigno tipico dell’Argentina – caratterizzato anche in questo caso da una spiccata mineralità, quasi salina. A naso mora e prugna dominano su uno strato di erbe aromatiche che anche in questo caso saltano fuori dopo un po’ che il vino si trova nel bicchiere. In bocca è meno importante di quanto ci si potrebbe attendere, anzi si rimane sorpresi di tanta eleganza. 

Due bottiglie “estreme” ma due grandi bottiglie anche se non proprio per tutte le tasche. Per i cultori del vino, però, assolutamente da assaggiare.

Sergio Bolzoni