Castello di Grumello, i vini della Bergamasca che non ti aspetti

Una visita al Castello di Grumello regala nuove prospettive per la Bergamasca e la Valcalepio. Nuove prospettive perché non è esattamente un’area in cui la campagna vinicola sia preponderante, anzi. Qui il tessuto industriale lombardo affonda le sue radici in tante storie di successo. Ma la nuova proprietà della Tenuta crede in queste colline e in questi vigneti, alcuni senz’altro da considerare storici e sta investendo in tecnologie e conoscenze. Il risultato sono una serie di vini molto interessanti, tra cui anche un piwi che ci ha molto colpito. Ecco il risultato della degustazione.

La degustazione dei vini di Castello di Grumello

Castello di Grumello VB22

A un naso opulento di frutta tropicale con note balsamiche di sottofondo, questo Valcalepio doc bianco oppone una entrata in bocca fresca e leggermente citrina. Chardonnay 90% e rimanente pinot grigio, rimane sempre beverino grazie a una marcata ma non fastidiosa sapidità che invoglia a un secondo bicchiere.

Castello di Grumello Le Noci 2021

Qui siamo davanti a una vera interessante novità: si tratta di un vino piwi, così chiamate le varietà selezionate per essere resistente alle malattie fungine. Siamo agli inizi e questi nuovi vitigni spesso sono ancora in fase di sperimentazione da parte dei vignaioli. D’altronde però iniziano a dare risultati interessantissimi e possono essere un vero toccasana, specialmente in zone con elevata umidità e scarsa ventilazione.

Le Noci è un bianco in prevalenza (80%) ottenuto con uve Bronner e il resto Johanniter, i cui nomi tradiscono la selezione tedesca. Siamo al migliaio di bottiglie all’anno e il vigneto è a 100 metri dal Castello. Al naso si presenta con un bouquet ampio e delicato di fiori bianchi e una leggera mela verde. In bocca entra altrettanto ampio e lussureggiante con una buona persistenza e un finale al palato gradevolissimo.

Castello di Grumello Medera 2021

Qui ammettiamo l’ignoranza (almeno io, non so Raffaele…): non avevamo mai sentito parlare del vitigno autoctono Merera che al 100% dà vita a questo Medera 2021. E’ una bottiglia abbastanza rustica quella che viene fuori, con naso un pochino involuto che in bocca entra leggero come il colore piuttosto scarico. Potrebbe ricordare una schiava di quelle del contadino di una volta: indubbiamente da accompagnare con carni saporite.

Castello di Grumello VR18

Si tratta di un Valcalepio rosso dall’ottimo rapporto qualità prezzo. 50% merlot e 50% cabernet sauvignon, questo vino conquista per un naso fresco ma suadente e una entrata al palato dove i due vitigni si fondono perfettamente in un leggero alcol sostenuto da una discreta sapidità. Il tutto di grande piacevolezza.

Castello di Grumello Burdunì 2018

Qui entriamo nel territorio dei vini più complessi in cui il legno la fa da padrone per ammorbidire i tannini dell’80% di cabernet sauvignon (il resto merlot). E’ un vino a suo modo elegante che ci riporta alla memoria bottiglie che andavano di moda 20 anni fa con quella vaniglia che si lasciava gustare sia a naso che in bocca. Qui però il legno non è invadente e il sorso mantiene la sua giusta integrità. Vintage.

Castello di Grumello Colle Calvario 2017

E’ il grande vino dell’azienda, che arriva dalla bellissima vigna di oltre 60 anni nella foto che la nuova proprietà sta via via recuperando con cura certosina. Qui la maturazione del merlot (40%) e del cabernet sauvignon (60%) raggiunge l’optimum regalando struttura e profondità di beva. Le spezie dominano a naso e in bocca entra austero ma allo stesso tempo accogliente. Il 2017 è perfetto, come si dice: fatto e finito!

Sergio Bolzoni

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