È sempre stimolante girovagare tra le colline moreniche della Franciacorta, quell’ondulato lembo di terra nel cuore della Lombardia, a due passi da Milano, disteso tra le placide acque del Lago d’Iseo, il solitario rilievo del Monte Orfano e i 2000 metri del Dosso Pedalta. Già in passato ci siamo lasciati guidare dal fascino di assaggi molto diversi proponendo ai nostri lettori i nostri percorsi degustativi; oggi invece andiamo a caccia di Millesimati, un termine dal grande potere evocativo.
Il Millesimato, ovvero il racconto di un’annata!
Già ma cosa significa di preciso Millesimato? La risposta è semplice: almeno l’85% dell’uva utilizzata per la produzione del vino, deve provenire dall’anno indicato in bottiglia. Un’ovvietà pensando ai vini rossi ma qualcosa di particolare se parliamo di spumanti. Qui, infatti, a farla da padrone sono le Cuvée (in francese ‘miscela’), ovvero blend di differenti annate, uve e vigneti, assemblate con una precisa finalità: avere un vino con caratteristiche costanti e riconoscibili nel tempo.
Il Millesimato è invece il racconto di un’annata ben precisa, dove le peculiarità di una singola vendemmia, spesso scelta fra le migliori, definiscono un vino identitario e differenziato. Non solo. In Franciacorta, per fregiarsi di quest’appellativo occorre un riposo sui lieviti di almeno 30 mesi (24 mesi per il Trento Doc). In questo modo, si sviluppa una maggiore complessità (esaltata dalle ‘Riserve’, Millesimati con un tempo minimo di affinamento ancora più lungo: 60 mesi obbligatori in Franciacorta). Da qui il fascino del termine. Va detto però che nel corso degli anni, la grande richiesta di prodotti ha portato a ‘millesimare’ quasi tutte le annate e non unicamente le migliori cercando di conciliare qualità con domanda crescente. Un’ultima osservazione: in alcuni casi si può trovare la dizione, ‘cuvée millesimata’. Una contraddizione? No, semplicemente una precisazione in più per comunicare che le uve provengono da vigneti diversi ma l’annata è uguale per tutte.
I nostri assaggi
Fatte queste premesse, veniamo ai nostri assaggi di Millesimati franciacortini. Come sempre, si tratta solo di alcune tra le innumerevoli scelte possibili in un territorio dall’offerta incredibilmente ampia.
Partiamo dall’annata 2011, in Franciacorta una tra le migliori dell’ultimo ventennio, con una primavera più calda rispetto alla media e un’estate fresca e piovosa, perfetta per un’ideale escursione termica giorno/notte. Maturazione lenta e temperature miti sono state fondamentali per l’ottenimento di basi spumante di eccellente qualità mentre la piovosità regolare e mai eccessiva ha portato anche a un’importante produzione quantitativa. Il primo assaggio è un Franciacorta Brut Millesimato ‘Secolo Novo’ 2011 de Le Marchesine.Si tratta di chardonnay in purezza proveniente dai vitigni del Colle la Santissima di Gussago. 54 mesi sui lieviti, dosaggio molto poco zuccherino (soli 5 grammi/litro), è un vino caratterizzato da un perlage finissimo in grado di disegnare straordinarie catenelle di bollicine. Nel bicchiere sprigiona originali sentori di ananas, melone ma anche marzapane, nocciolina tostata, note mentolate e cedro candito. Il gusto è avvolgente e rotondo, in bocca affascina il grande equilibrio tra acidità e sapidità. Il corpo intenso esalta una persistenza davvero notevole. Chiude con un finale di impeccabile eleganza.
Cavalleri è un nome storico della Franciacorta. La famiglia risulta già nelle cronache medievali di Brescia del 1300, presumibilmente trasferitasi da Milano al seguito dei Visconti e registrata in loco nel 1450. Il pas dosé Millesimato 2011 è come il Secolo Novo, uno chardonnay in purezza. Proviene dai vigneti Favento, Seradina e Chiosino situati nei comuni di Erbusco e Adro e riposa almeno 42 mesi sui lieviti. Al naso si viene subito colpiti da profumi di frutta a polpa bianca, agrumi, limone ma anche fiori bianchi con note di crosta di pane e sensazioni dolci di brioche. In bocca il dosaggio zero si sente: al palato è ricco ma in un corpo sempre piacevolmente secco con una chiusura sapida e lunghissima. È un vino dal carattere molto ben definito, dritto, senza tanti compromessi.
Anche Uberti è un pezzo di storia della Franciacorta: la data di fondazione dell’attività risale addirittura al 1793. Qui passiamo all’annata 2014 caratterizzata da un mese di marzo molto caldo (con temperature fino a 20°, quasi 10 in più della media) responsabili di una fioritura precoce interrotta da un giugno con piogge frequenti e repentini abbassamenti di temperatura. Questo ha portato a una riduzione quantitativa ma anche a una maggiore freschezza dei vini base. Abbiamo provato il Comarì del Salem Extra Brut Millesimato 2014. Rispetto ai precedenti assaggi, oltre all’annata differente cambia anche l’uvaggio: 80% chardonnay e 20% pinot bianco. Le uve provengono da un singolo pregiato vigneto con età media delle viti di oltre 50 anni chiamato Comarì di origine morenica. Riposa 60 mesi sui lieviti e anche in questo caso, è molto poco zuccherino (solo 3 grammi/litro). È un prodotto di grande raffinatezza a partire dal profumo, davvero sontuoso: ricorda un po’ il legno bagnato, un po’ la frutta secca ma anche quella a polpa gialla molto matura con sentori di crosta di pane e lievito. In bocca ha una notevole complessità fusa magistralmente in una magnifica armonia.
Con Quadra (il nome deriva dalla modalità con cui i romani suddividevano i territori), entriamo nell’annata 2015, molto difficile, contraddistinta da un periodo aprile-agosto tra i meno piovosi degli ultimi anni con bassa resa quantitativa ma interessante per una maggior struttura e complessità. Dal punto di vista orografico ci troviamo in un’altra zona della Franciacorta, alle pendici sud del Monte Orfano. L’assaggio è per un Franciacorta QZero Nero Dosaggio Zero Riserva 2015, come dice il nome, un pinot nero in purezza. 66 mesi sui lieviti, al naso fa subito capire la sua natura schietta dalla forte impronta vegetale. In bocca è assolutamente verticale, entra con sorprendente potenza distendendosi nel lungo finale. Il dosaggio zero accentua la sua componente mordace, sapida, tagliente che non lascia nulla ai compromessi. Non cerca di piacere ad ogni costo, al contrario: punta tutto sulla forte personalità, scolpita in ogni singolo sorso, per una bevuta quasi austera che non ti aspetti.
Il 2016 è stato pure un anno piuttosto difficile a livello quantitativo, con un mese di giugno ricco di piogge e bruschi abbassamenti di temperatura; agosto però, fresco e con notevoli escursioni termiche, ha garantito un’ottima resa qualitativa. Due gli assaggi. Iniziamo con una cantina storica, I Lantieri de Paratico, antica famiglia bresciana documentata in Franciacorta a partire dal 930. Secondo la fonte dell’archivio Averoli, ospitarono l’esule Dante Alighieri. La scelta è un dosaggio zero il Lantieri ‘Origines’ Millesimato 2016. Parliamo di un 75% chardonnay e un 25% pinot nero, 60 mesi sui lieviti e 3 mesi in bottiglia prima della commercializzazione. Al naso note di agrumi canditi con sentori di lime e di tiglio. In bocca c’è tanta freschezza e mineralità, con un fantastico sapore agrumato che porta a una chiusura su pompelmo e fiori d’arancia.
Con il Bellavista Satèn 2016 entriamo inun mondo di incredibile eleganza.Chardonnay in purezza, 60 mesi sui lieviti: qui ogni elemento sembra trovare un equilibrio perfetto, possedere la stessa raffinata grazia di un’esecuzione di Arturo Benedetti Michelangeli (sarà un caso? Il grande pianista era nativo di Brescia e possedeva una villa in Franciacorta nella tenuta di Ronco Calino dove diceva di ‘guardare il mondo.’). Le bollicine finissime, armoniose e persistenti, un bouquet prezioso con sentori di fiori di pesco, miele e nocciole fanno subito capire che si tratta di una bevuta veramente importante. Siamo di fronte a un vino soave, maturo, morbido e raffinato, dal sapore pieno e complesso, straordinariamente lungo.
Chiudiamo con l’anno 2018, molto piovoso nei mesi di maggio, giugno e luglio ma stabile e piuttosto caldo ad agosto per una resa quantitativa importante e un ottimo livello qualitativo. Con Ricci Curbastro Extra Brut Millesimato 2018 incontriamo un perfetto mix 50% chardonnay e 50% pinot nero. 42 mesi sui lieviti per un dosaggio veramente molto secco di soli 2 grammi/litro (praticamente un dosaggio zero; ancora una volta si nota la sempre minore presenza zuccherina nei prodotti della Franciacorta). Il profumo apre a frutti freschi ed è il tratto che passa pure al palato: una sensazione di straordinaria freschezza. È un vino asciutto di lunga progressione che spinge facilmente al bicchiere successivo.
2018 anche per I Barisèi, una cantina molto antica fondata addirittura nel 1898. Nel suo DNA c’è una forte appartenenza alla realtà contadina mostrata orgogliosamente sulle etichette delle bottiglie: il logo è la traccia stilizzata che gli pneumatici del trattore lasciano sul terreno. Il Barisèi Natura Cuvée Millesimata 2018 è un mix 80% Chardonnay e 20% Pinot Nero, dosaggio zero, 45 mesi minimo sui lieviti. Profuma di arancia amara, mela, albicocca e anche in bocca si ritrova una fantastica vena agrumata che sfuma in pepe nero e anice. Il finale è lungo e di notevole struttura.
Tante descrizioni, speriamo utili. Ma forse il consiglio più vero rimane quello del grande Luchino Visconti: “il Franciacorta è un vino complesso che per essere capito fino in fondo va prima gustato con la testa e poi con l’anima. Gli altri sensi umani sono complementari e succedanei.”
Massimo Beltrame