
Come sempre Verona nei giorni del Vinitaly offre un grande spaccato sul mondo del vino, dai temi più caldi del momento alle innumerevoli opportunità di assaggi. E a questo proposito, ecco una selezione degli assaggi e delle esperienze più interessanti che abbiamo fatto.
Partiamo da una fantastica masterclass, quella del Comitato Historical Super Tuscan, i vini che secondo la definizione coniata negli anni ’80 dalla rivista Decanter hanno portato la Toscana alla ribalta della critica mondiale avvalendosi della denominazione Vini da Tavola. In particolare, abbiamo assaggiato 16 vini lanciati prima del ‘96 nella zona del Chianti Classico, tutti dell’annata storica 2015. Vigorello di San Felice, Tignanello di Antinori, Le Pergole Torte di Montevertine, Fabrizio Bianchi di Castello di Monsanto, I Sodi di San Niccolè di Castellare di Castellina, Cepparello di Isole e Olena, Sangioveto di Badia a Coltibuono, Camartina di Querciabella, Concerto di Castello di Fonterutoli , Cabreo di Tenute Folonari, La Gioia di Riecine, Fontalloro di Felsina, Balifico di Castello di Volpaia, Acciaiolo di Castello di Albola, Brancaia il Blu di Bracaia, L’Apparita di Castello di Ama sono nomi che entusiasmano i winelover di mezzo mondo. Un’interessantissima fotografia per saggiare la splendida forma di questi vini e per capirne le differenze di stili e l’apporto delle diverse uve. Grandi finezze, sorsi che vanno da quelli più rotondi e carnosi a quelli più floreali e verticali, ma accomunati da grande spinta, eleganza e godimento.
A proposito di belle masterclass, interessante la visione d’insieme dell’Abruzzo alla presentazione della nuova guida Vini d’Abruzzo per Bevitori Curiosi di Franco Santini. Ci sono piaciuti alcuni vini che non avevamo mai assaggiato come lo sfiziosissimo e scuro Cerasuolo Fossimatto 2023 di Fontefico e il Pecorino Cortalto 2016 di Cerulli Spinozzi, bianco super intrigante di quasi un decennio. Ma il protagonista della degustazione è stato senza dubbio il Trebbiano d’Abruzzo 1986 di Valentini. Non è un errore, parliamo di un bianco di quasi 40 anni di grande vitalità, che sfida i decenni con un profilo aromatico e persino un colore assolutamente integro.
A proposito di grandi bianchi italiani in grado di invecchiare splendidamente, in occasione della presentazione del libro del libro “Villa Bucci” della giornalista e critica enogastronomica Cinzia Benzi abbiamo assaggiato il Villa Bucci Verdicchio Riserva 1992. Anche in questo caso parliamo della cantina di riferimento per il verdicchio jesino e di un bianco senza tempo, brillante, pieno, scalpitante di vita.
E a quanto pare il tempo passa magnificamente anche in Alto Adige, che ha brindato ai 50 anni della sua doc. Noi, restando in zona, ci siamo concessi un focus sui bianchi della Valle Isarco da Abbazia di Novacella. Super interessante il tipicissimo Sylvaner, provato anche in una sfiziosa versione spumantizzata, il P36 Perlae. Una mini verticale di Praepositus ci ha portato dal 2023 al 2015 esaltando i graziosi tratti aromatici di quest’uva autoctona. Stesso percorso per il Riesling Praepositus che nella versione 2015 rimanda a bei sentori minerali e tipicamente speziati.
Anche Berlucchi ci ha colpito con due bolle a lungo invecchiamento. I Franciacorta Riserva Palazzo Lana 2014 e Franco Ziliani 2008 sono vini di grande complessità e sostanza, accompagnati da una grandissima freschezza e profondità.
Assaggi in anteprima dalla nuova tenuta in Casentino di Famiglia Casadei: lo Chardonnay e il Pinot Nero Terre di Romena 2023, un bianco dritto e delicato e un rosso leggero sussurrato ma dal preciso frutto mediterraneo. Sempre dalla tenuta il recupero dell’autoctono Orpicchio 2023 per la linea Le Anfore, interessante e freschissima novità! Una garanzia anche la Sardegna dei Casadei con il Migiu Le Anfore 2023, semidano arancione giocato tra frutto e note salmastre, e il nuovo Vermentino di Gallura Superiore 23 di Olianas, ottimo bianco polposo dalla chiara impronta sapida. Assaggi che pur con vinificazioni, uve e territori molto diversi restituiscono la certezza di vini di assoluta qualità.
Parlando di vermentino ne abbiamo assaggiati alcuni davvero ottimi tra i vini del Consorzio Suvereto e Val di Cornia, il che rafforza la nostra idea della potenzialità di quest’uva sulla costa Toscana. Ne citiamo due su tutti per delicatezza di frutto e insieme decisa sapidità: lo Stradivino 2024 di Rigoli e il Fabula 2024 di Petricci e Del Pianta.
Un po’ di assaggi random in giro per l’Italia. Al Posto dei Fiori 2024 di Le Pianelle (nebbiolo dell’Alto Piemonte con piccola percentuale di vespolina e croatina) è tra i migliori rosati assaggiati negli ultimi tempi, polposo, pieno e insieme di grande slancio. Dall’Irpinia interessanti l’Aglianico 2019, il Taurasi 2013 e il Riserva 2012 di Perillo. Rossi a lentissimo rilascio per apprezzare appieno le possibilità di questo grande territorio. In Chianti, una bellissima scoperta i sangiovese di Arillo Terrabianca con il Chianti Classico Sacello 2022, rosso contemporaneo e di grande beva, e il più complesso e profondo Gran Selezione Vigna Terrabianca 2020. Restando in Toscana, con l’annata 2022 il Luce di Tenuta Luce festeggia 30 anni confermandosi un assaggio in grado di coniugare al meglio la grande struttura e l’eleganza. Sempre ottimo il Viaventi Prosecco Rosè di Masottina, bevuta fresca e sfiziosa ma di una certa sostanza.
Una bella occasione per fare un giro tra l’eccellenza informale è stato il casual wine tasting Bloom – Vini in fiore. Nel contesto di una serra veronese, una passeggiata tra Toscana e Piemonte con i bellissimi vini di piccole realtà artigiane come Agricola 45, Cuna, I Mandorli, Paolo Marchionni, Sagona, Agricola Garella, Alberto Oggero, Mauro Marengo, Sette. Una bella panoramica di due regioni d’eccellenza attraverso territori più o meno canonici ma che garantiscono sempre grandi assaggi.