Ventiventi, il vento giovane del lambrusco (e non solo)

Ventiventi è una azienda che fa Lambrusco ed è gestita da tre giovani fratelli. Si potrebbe parlare di nuove leve ma in realtà la famiglia Razzaboni arriva da tutt’altro settore anche se la passione per il vino ci dicono essere di lunga data. L’azienda è 100% biologica.

Diciamo subito che non solo i fratelli sono giovanissimi ma anche l’azienda e le vigne piantate. Ventiventi infatti sta per 2020, la data di fondazione, in piena pandemia e questo già da solo è sinonimo di coraggio. Gioventù fa anche sì che si possa partire da zero o quasi, alla ricerca dell’identità voluta. Niente tradizione? Ci si può aprire alla modernità e la cantina ci raccontano utilizzi tutte le moderne tecnologie a disposizione.

Il risultato è una cifra stilistica alla ricerca della freschezza, il che si traduce in vini con una evidente spalla acida, in certi casi fin troppo evidente a dire il vero.

Le radici di Ventiventi sono sì nel lambrusco, ma secondo noi tra le bottiglie assaggiate in un ristorante milanese, spicca su tutte il Blanc de blanc che però è un 100% pignoletto con il 4% di gradi zuccherini. Qui la spalla acida è benissimo bilanciata in bocca da una grande sapidità e la buona persistenza lo rende adatto sia come aperitivo che a tutto pasto. A naso è delicato con leggeri sentori di frutta bianca e prugna gialla. Davvero intrigante.

Molto buono anche il Lambrusco Salamino di Santa Croce, che si caratterizza anch’esso con un naso piuttosto delicato di more e lamponi. In bocca entra deciso, anche in questo caso con una evidente spalla acida che però non risulta eccessiva grazie ad una buona ampiezza e a una piacevole nota amarognola nel finale che lo caratterizza.

Sergio Bolzoni