Bolgheri, Poggio al tesoro: il vero del vino

È a bordo di una jeep verde che Franco, responsabile dei vigneti, ci guida tra i filari di Poggio al Tesoro a Bolgheri. Quindici anni fa ha lasciato la sua Verona perché a Marilisa Allegrini non si poteva dire di no. 

Famiglia leader nella produzione del Valpoliccela classico e dell’Amarone nel 2001 decide di scendere fino in Toscana e dove andare se non a Bolgheri, patria del vino di grandi e storiche famiglie italiane. Inizialmente gli Allegrini acquistano 3 ettari, oggi sono quasi 70. È Walter, fratello di Marilisa il primo a credere in questo terreno argilloso ricco di sassi per la mineralità, è lui il componente della famiglia che ama trascorrere le giornate tra i vigneti, sogna le vigne a Bolgheri ma non vedrà mai quello che la sua famiglia è riuscita a creare qui. 

I primi impianti sono est-ovest perché c’era bisogno di calore, ora ci spiega Franco il clima è cambiato e i filari sono piantati nord-sud “di sole ce n’è fin troppo”. Lui coccola una a una le sue piante, ognuna ha esigenze diverse, ma dallo stesso blocco di viti ci si aspetta la stessa uva per  un vino omogeneo. Cimare solo quando è necessario, meglio piegare i tralci, i lacci sono in salice niente plastica, nessun palo in zinco ma solo legno per il rispetto dell’ambiente “torniamo al naturale” – dice Franco – “i nostri nonni stupidi non erano”. Le certificazioni di vino biologico qui non interessano, in questa grande famiglia interessa essere bioetici. 

Siamo ad agosto e gli acini bianchi del Vermentino sono già grossi quasi come un’uva da tavola. Sono un orgoglio questi vitigni autoctoni perché sono la più bella espressione del territorio. Il sole scalda, i racconti si susseguono, sulle mani di Franco i segni di una vita tra le vigne compreso il primo taglio a soli 10 anni. È proprio stringendogli quella mano lo salutiamo.

Dai campi si passa poi alla cantina creata all’interno di vecchi capannoni. Lì c’è Lorenzo, l’enologo, ad aspettarci. Il bello lo scherniscono i colleghi per via dei suoi occhi azzurri e i boccoli biondi. È il più giovane ma già con una grossa responsabilità sulle spalla. Tra enormi tini in acciaio ci spiega i vantaggi di gestire tutto tramite un computer, in un’altra area invece è forte il profumo del legno delle barrique, file e file che custodiscono il vino come un tesoro prezioso. In quantità minore ma comunque presenti ci sono le tonneau a botte: girano per la fermentazione e la vinificazione in rosso. In fine arriviamo alle anfore in terracotta  con una porosità chiesta al produttore adatta alla vinificazione del rosato. Tutti i vini di Poggio del Tesoro sono acquistabili presso la tenuta. Ed è proprio dal rosato che inizia la nostra degustazione:Bolgheri, Poggio del tesoro,

Cassiopea DOC Bolgheri Rosato 2016 € 10,00
70% Cabernet Franc e 30% Merlot. Vinificazioni in acciaio in bianco, poco contatto con le bucce. Al palato una freschezza acida, i profumi sono quelli di ciliegie non mature, fragola e fiori. 

Solosole DOC Bolgheri Vermentino 2016 € 16,00
Vermentino 100%. Nota di fiori e frutta gialla, si distinguono chiaramente rosmarino e la pesca bianca che appare quasi improvvisa al palato. un’ottima capacità di invecchiare per qualche anno. 

Pagus Camilla DOC Bolgheri Vermentino 2015 € 40,00
Vermentino 100%. Aromi intensi che ricordano la mediterraneità esprimendo una complessità di erbe aromatiche come la salvia e sentori agrumati in particolare il pompelmo rosa.

Mediterra IGT Toscana Rosso 2014 € 13,50
40 % Syrah, 30 % Merlot e 30% Cabernet Savignon. Rosso fruttato attraversato da noti piccanti che vanno dal peperone al peperoncino. Bevibibilità semplice e piacevole

Dedicato a Walter DOC Bolgheri Rosso Superiore 2013 € 70,00
Cabernet Franc 100%. È il vino più importante della tenuta. Buona persistenza, tannino morbidi e ampi. Gli aromi vanno dal peperone al pepe, e poi ancora fragole e frutti neri

Teos IGT Toscana Passito Petit Manseng 2014 €60,00
100% Petit Manseng. Fermentazione lenta, colore oro, dai profumi di miele, albicocca matura e confettura. Passito che ha fatto innamorare ristoranti stellati.
Tiziana Sapienza