I migliori assaggi al Mercato dei Vini FIVI 2021 di Piacenza

Si è concluso il Mercato dei Vini dei Vignaioli indipendenti di Piacenza con un bell’afflusso di pubblico, 20.000 visitatori nei tre giorni della manifestazione. Ampelio Bucci, premiato come Vignaiolo dell’anno, commenta “Tutto parte dalla terra. Il vino è espressione del suolo dove le viti affondano le loro radici. Ora tutti parlano della terra, ma la FIVI è stata la prima a farlo, tanti anni fa. La FIVI è un’associazione nata dal basso, che con umiltà ha reso importante l’autenticità”.

E, a proposito di Bucci, noi che siamo stati tra i visitatori ci portiamo innanzitutto a casa una bellissima degustazione sul verdicchio con i campioni di Jesi e Matelica a confronto. Villa Bucci, appunto, e Monacesca. Due produttori che in tempi non sospetti sono stati pionieri di una rivoluzione qualitativa del bianco marchigiano producendo per primi vini che potevano affrontare il tempo, con un certo corpo e una certa gradazione. Progetti ambiziosi, insomma, per vini di qualità quando i verdicchi guardavano al prezzo. Differenze tra i vini, maggior potenza in quelli di Matelica, più verticalità in quelli di Jesi, ma stessa grandissima qualità per bianchi che puntano sempre su eleganza, slancio, freschezza, sapidità e piacevolezza e che possono invecchiare tranquillamente per anni. Un’ulteriore conferma delle grandi potenzialità di questi vini che ci convincono sempre di più!

Non solo, ecco una veloce carrellata di alcuni degli assaggi più interessanti. In primis il Gavi Riserva Le Zucche 2019 di Ghio ha una bella nota ossidativa, un frutto sottile che non si concede troppo, una nota erbacea e minerale spiccata. La freschezza in bocca è prorompente. Una visione laterale e personale del grande bianco piemontese che a noi piace sempre moltissimo.

Dalla provincia di Bologna, lato romagnolo, un’altra bella sorpresa. Il Piuttosto Trebbiano 2020 di Tre Monti è un’interpretazione macerativa di quest’uva spesso poco considerata. Un orange di bella pulizia, rotondo, ampio, dal finale ammandorlato freschissimo.

Vis Amoris, cantina ligure che abbiamo più volte definito l’università del pigato, come ogni anno propone una nuova sperimentazione e un nuovo studio su quest’uva. Quello che non cambia sono gli ottimi risultati e le capacità evolutive dei vini. Il Sogno 2018 è bello pieno, rotondo e sapido, il 2011 evolve su note dolci, idrocarburi, agrumi, con una freschezza spettacolare. Vino che può giocare in campionati con bianchi stranieri ben più famosi…

Andrea Picchioni ci stupisce – ma non troppo! – anche quest’anno con il Buttafuoco Solinghino 2020. È un buttafuoco delicato e… beverino! C’è un frutto maturo e pieno che arriva al naso intenso e sfiziosissimo e che trova conferma nella bocca piacevolissima. Gran bel vino, ad un prezzo super, già pronto ma che potrà certamente restare in cantina senza paura.

Un blitz “nelle Langhe” ci porta a scoprire il San Matteo Dogliani Superiore 2020 di Eraldo Revelli, specialista nella cura del dolcetto. Questo è un vino un po’ più che quotidiano, come siamo abituati a pensare solitamente i vini da quest’uva, ad un prezzo interessante. Super fresco ma pieno, elegante e con un bell’equilibrio e complessità. Siamo curiosi di riassaggiarlo fra qualche anno.

Lucà ci regala un Greco di Bianco 2016 di grande complessità e tipicità. Un passito straordinario, note di alloro, tabacco, pasticceria, canditi, fichi, nocciola, mandorla e potremmo andare avanti a lungo. Freschissimo, slanciato e sapidissimo!

Last but not least, il Recioto della Valpolicella 2015 di Villa Spinosa. Noi siamo amanti di questo passito veronese – lo abbiamo spesso dichiarato – e questo è proprio buono… Un vino che è solo incidentalmente dolce ma che ha una freschezza, una finezza e un’eleganza tali che ne fanno un vino da bere, non certo da meditazione, e da tavola. Peccato non aver avuto qualche buon formaggio per un abbinamento clamoroso!

Raffaele Cumani 
@raffaelecumani