Quindici vini rossi che ci sono piaciuti da bere per le Feste di Natale 2021

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Dopo i consigli dedicati ai bianchi e in attesa delle bollicine e dei vini dolci e spiriti, è il momento di parlare dei vini rossi che accompagneranno le nostre tradizionali preparazioni natalizie.

Ecco la nostra carrellata. Lo ripetiamo sempre, non vogliamo rappresentare tutti i vini e tutte le regioni, né fornire una classifica, ma solo raccontare alcuni nostri assaggi che ci sono piaciuti e per tutte le tasche.

Inutile dirlo, non c’è Natale senza lambrusco! Il T.E.R.S. Ancestrale di Venturini Baldini è un vino frizzante da lambrusco montericco. Bello vivo, giovane e dal naso delicato e fragrante: lampone e frutti rossi, note balsamiche e vegetali. Vino asciutto dal tannino presente ma gentile e dalla freschezza lunghissima. C’è morbidezza e sostanza per un lambrusco elegante senza essere sottile. Ideale per i nostri taglieri di salumi e chiaramente per le paste all’uovo.

Restiamo in Emilia con il Peder 2018 di Barbaterre. Pinot nero dai profumi di geranio, frutti di bosco, spezie e sottobosco. La bocca è morbida, fruttata e asciutta con un insolito tannino e un finale fresco. Da assaggiare con gli arrosti natalizi.

Spostiamoci in Sicilia con Laltravigna Nero d’Avola 2018 di Francesco Intorcia Heritage. Metodo perpetuo, è un nero d’Avola tutto eleganza e, fa quasi strano dirlo, austerità. Piacevoli sensazioni fruttate, speziate ed erbacee. Speciale secondo noi con i grandi primi a base di carne della tradizione del Sud.

Il Cerasuolo di Vittoria Classico 2020 di Cortese (nero d’Avola e frappato) è un altro bell’assaggio. Siamo nel ragusano, territorio che dà spesso vini contemporanei, di sole e di slancio. Non è da meno questa bottiglia che coniuga un sorso fruttato e pieno con una bella eleganza graffiante, fresca e sapida. Note di ciliegia, melagrana, cacao, cuoio, spezie dolci e bella complessità.

Ancora Sicilia, e altro territorio d’elezione, l’Etna. Il Rosso Sul vulcano 2017 di Donnafugata è sempre una garanzia. Nerello mascalese e cappuccio, è un vino fragrante e morbido che incarna tutta la territorialità del vulcano, appunto. Frutta rossa, fiori, speziatura, gran freschezza e sapidità, un toccasana per le carni rosse.

Spostandoci verso l’agrigentino, il Lusirà 2018 di Baglio del Cristo di Campobello, syrah in purezza, è invece un vino denso e impenetrabile. C’è tutto il sole ed il calore siciliano, note dolci e vanigliate, frutta in confettura, spezie e note verdi. Concentrato, fitto e insieme godurioso e morbido con un tannino delicato. Da assaggiare con piatti più strutturati.

Stessa uva ma dalla Languedoc-Roussillon, in Francia, il Réserve Syrah 2020 di Domaines Paul MasPaul è un valido alleato per chi vuol bere bene a prezzi contenuti. Frutta rossa, giusta speziatura, pepe e vaniglia, pulizia, tannino e freschezza. In breve, correttezza senza sbavature.

Restiamo in Francia, nel bordolese, per un assaggio che ci ha stregato. Siamo a Margaux, tanto per capirci, una delle denominazioni più prestigiose con un vino dal prezzo abbordabile. Il Les Hauts du Tertre 2018 di Chateau du Tertre (cabernet sauvignon, merlot e cabernet franc) ha una finezza disarmante. Frutto nero, prugna, spezie, agrumi, note minerali, mentolate e chi più ne ha più ne metta. La bocca è succosa, graffiante, freschissima, con sostanza ma senza pesantezza. Vino di materia e leggerezza per le vostre preparazioni più eleganti.

Un primitivo può invecchiare? La risposta è sì, se è quello giusto. Tenute Rubino fa una versione del grande rosso pugliese intensa, potente, morbida e mediterranea, il Salento Visellio. Abbiamo assaggiato l’annata 2010, spettacolare. La bocca è ancora piena con un frutto rosso importante, note speziate, di tabacco e tanta freschezza. Se accompagnate le vostre carni con elementi dolci si farà onore a tavola.

Uno degli assaggi dell’anno è stato senza dubbio l’Anamari 2017 di Frecciarossa (croatina, barbera, uva rara e vespolina), ulteriore conferma, se ce ne fosse bisogno, delle nostre idee sulle potenzialità dell’Oltrepò Pavese. Eleganza e finezza su tutto, frutto, materia, buon tannino, super freschezza e finale balsamico. Uve del territorio alla massima potenza! Noi lo berremmo, ma se regalato sorprenderà di certo chi lo riceverà.

Ci spostiamo in Toscana per un bel rapporto qualità prezzo. È l’Insoglio del cinghiale 2020 di Campo di Sasso Biserno (syrah, merlot, cabernet franc, petit verdot). Speziatura, carnosità, leggerezza e freschezza finale super. Tiro internazionale sulla piacevolezza per un rosso sorprendente che azzarderemmo anche con piatti di pesce robusti come il cacciucco o anche il tonno.

Andiamo nelle Langhe perché con i brasati e gli stracotti non si può certo rinunciare ad un buon Barolo. Il 2017 di Domenico Clerico ha un naso complesso con frutta macerata, viola, spezie e note tostate. La bocca è piena, succosa e insieme elegante, fresca e sapida con un finale lungo giustamente tannico.

Stessa annata ma ci spostiamo nel veronese con l’Amarone della Valpolicella Classico Tenuta Lena di Mezzo 2017 di Monte del Frà (corvina veronese, corvinone, rondinella). Vino già pronto e “beverino”, pieno ma con grande freschezza, presenta note di ciliegia sotto spirito, tabacco, tè, cacao e spezie. Sapido e tannico, ma insieme delicato, potente e al contempo elegante. Ottimo con formaggi invecchiati o, perché no, semplicemente da meditazione.

Un vino che ha il suo prezzo ma che ci ha proprio conquistato è il Malcompare 2016 di Arnaldo Caprai. Pinot nero umbro dal colore scarico, ha una nota scura floreale di geranio, di frutta matura e balsamica. La bocca finissima è fresca, il sorso leggiadro, elegantissimo e godurioso. Eccezionale, peccato aver finito la bottiglia prima delle Feste.

Chiudiamo col botto (e che botto!) con il Brunello di Montalcino Riserva 2013 Biondi Santi, l’archetipo del nobile vino toscano. Giovanissimo, è eleganza, pienezza e freschezza allo stato puro. Note di frutto, liquirizia, spezie, caramello e potremmo stare a lungo a parlarne per ricostruirne la grande complessità. Certo potreste conservarlo decenni, ma noi siamo dell’idea che certe bottiglie vadano bevute! Se volete fare (o farvi) un grande regalo.

Continuate a seguirci a breve i nostri consigli su bollicine, vini dolci e spiriti.

Auguroni

Raffaele e Sergio