Christie’s: ora il vino arriva solo dal web

Si è aperta l’era delle aste dei fine wines interamente ed esclusivamente online: a dare il via alle danze ci ha pensato Christie’s, che ha accettato, nella sua ultima auction di vini pregiati, solo offerenti provenienti dal mondo della rete. L’asta online, è stata una spinta di Christie’s per guadagnare compratori di vini di alta fascia. Il vino è infatti la categoria più popolare online e rappresenta il 21% delle vendite di Christie’s nel mondo. Alla fine sono stati 444 i concorrenti iscritti provenienti da 29 paesi, tra cui Lettonia, Indonesia e Brasile e, tra un clic internazionale e l’altro, sono stati battuti lotti per oltre 820mila dollari. Ad aggiudicarsi la palma di pezzo più pregiato è stata una cassa di Chateau Lafite 1982, una delle migliori annate del secolo scorso, per la critica, venduta per 42.350 dollari.
Ma sono stati venduti anche 2 lotti di Chateau Mouton-Rothschild del 2000, ciascuno composto da una dozzina di bottiglie, per 16.940 dollari e 12 bottiglie di Chateau Latour 1982 per 21.780 dollari.

C’è la crisi, negli Usa calano le aste

Non c’è solo l’indice Dow Jones di Wall Street a segnalare la crisi dell’economia.
Anche l’indice delle aste di vino di Wine Spectator segnala un certo malessere anche per un target ricco com’e’ quello che frequenta le case d’asta di Christie’s, Sotheby’s e Acker Merrall. Nel secondo quadrimestre – riporta Tre Bicchieri, il quotidiano on line del vino del Gambero Rosso – l’indice di Wine Spectator è sceso da 371.03 a 357.72 punti, con un calo del 3.6 per cento. Che in alcuni casi è arrivato al 12 per cento. Per esempio, alcuni grandi Bordeaux come Haut-Brion sono stati aggiudicati a 744 dollari, -12 per cento rispetto agli 844 che era il prezzo medio realizzato per lo stesso vino nel primo trimestre. Va detto, però, che il secondo trimestre segna tradizionalmente la fine della prima metà della stagione delle aste e nonostante il rallentamento, i direttori delle case d’asta si dicono soddisfatti dei risultati e sperano nelle aste di fine anno.

Tutt’altra musica nelle case d’asta ad Hong Kong dove, invece, i prezzi volano registrando nel secondo trimestre di quest’anno un robusto +28 per cento rispetto al trimestre precedente e, addirittura, un impressionante +80 per cento rispetto allo stesso del 2010. In cifra assoluta le vendite all’asta a Hong Kong hanno superato i 70milioni di dollari (pari a 8.225 dollari per lotto medio). Vale l’analisi di Jamie Ritchie, ceo di Sotheby, il quale afferma che la domanda del mercato asiatico è in continua espansione e che, presto, alla domanda di grandi vini da parte del mercato cinese, si aggiungera’ anche quella dei “ricchi” brasiliani e messicani.

Un elemento di novita’ delle aste di Hong Kong, già registrato da Tre Bicchieri, è l’improvviso exploit dei grandi vini italiani, come l’Ornellaia, il Massetto, il Tignanello, l’Amarone, che, venerdi’ scorso da Christie’s, hanno superato i francesi. Bisognera’ vedere se il trend si consoliderà.