Il grande fascino del Pinot bianco

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Ci sono vitigni poco conosciuti eppure eccellenti. Specie in Italia che vanta varietà in numero tale da non avere eguali al mondo. Come il Pinot bianco o Weissburgunder alla tedesca. Si coltiva in Alto Adige da 150 anni e quindi si può ben dire che rientri tra i vitigni autoctoni. O almeno da quelle parti lo considerano “il” loro vino bianco. E fanno benissimo perché non solo presenta caratteristiche organolettriche eccellenti, ma lo sanno fare tutti benissimo.

Ne abbiamo avuto la riprova da Cracco, a Milano, che ha offerto pietanze golose e ricercate. L’associazione delle cantine altoatesine ha portato in degustazione una batteria di bottiglie di una quindicina di produttori per presentare questo vitigno che merita un posto al sole nell’enologia italiana. Profumi delicati ma suadenti di mela, ottima acidità, possibilità di invecchiamento (come vedremo a breve) e capacità di rispondere ai più diversi metodi di vinificazione (legno e acciaio) ne fanno un piccolo gioiello.

Tra le bottiglie degustate (vedi sotto) nessuna era men che ottima, segno che nella provincia si lavora benissimo (anche e soprattutto le cantine sociali, diversamente da quanto spesso accade altrove nel nostro Paese e non solo). Ne citiamo alcuni sia per l’eccellenza, sia per parlare delle diverse espressioni che da questo vitigno è possibile ottenere. Vi piace il vino fresco e beverino? Pinot bianco Peter Zimmer 2012: mela verde e freschezza la fanno da padroni; fa solo acciaio e proviene dalle zone di Cortina. Preferite un bianco corposo, grasso, con sentori di mela cotogna e grande persistenza in bocca? Pinot Bianco Plattenriegl 2012 cantina Girlan; vigne a 550 metri d’altitudine sopra San Michele/Appiano e vinificazione con un 25% di grandi botti. Vi piacciono i bouquet meno definiti perché vi divertite a scovare sentori in profondità? Pinot Bianco Tyrol 2011, Cantina Merano (Kellerei Meran): una mela ancora diversa, pera e qualche nota balsamica; vigne nella zona di Merano, qui usano anche le barrique. Vi piace l’equilibrio a tutto pasto? Pinot bianco Sirmian 2011 di Nals Margeid: a naso l’onnipresente mela e in bocca è complesso, lungo con un finale piacevolmente (e leggermente) amarognolo che lo rende adatto non solo al classico aperitivo; terreni argillosi e poveri a 600 metri. Vi piacciono i vini invecchiati anche nei bianchi? Ebbene sì, il pinot bianco può invecchiare a lungo. Ne è la prova l’eccellente Pinot Bianco “Dellago” della Cantina di Bolzano (Kellerei Bozen) del 2007; qui le note di mela lasciano il posto a sentori più complessi e a una spiccata mineralità. Per dimostrare la qualità del vitigno, la Cantina di Terlano ha portato una bottiglia del 1980 della sua pluripremiata riserva Vorberg: che dire, stupefacente per la ricchezza che ha mantenuto.

Il pinot bianco vale poco più del 9% della produzione altoatesina. Grazie a una distribuzione piuttosto curata è possibile trovarlo pressoché ovunque (ed essendo un bianco si può tranquillamente procedere anche su internet). Qualche marchio è presente anche ai supermercati. Provatelo con aperitivi e crostacei. Qualcuno anche a tutto pasto. Un eccellente vino, prodotto da eccellenti cantine.
Sergio Bolzoni

I vini in degustazione
Pinot Bianco Peter Zemmer 2012, Peter Zemmer
Pinot Bianco Plattenriegl 2012, Girlan
Val Venosta Pinot Bianco 2011, Falkenstein
Terlano Pinot Bianco Eichhorn 2011, Manincor
Terlano Pinot Bianco 2011, Ignaz Niedrist
Pinot Bianco Moriz 2011, Tramin
Pinot Bianco Anna Turmhof 2011, Tiefenbrunner
Pinot Bianco Tyrol 2011, Meran
Pinot Bianco Sirmian 2011, Nals Margreid
Pinot Bianco Kastelaz 2011, Elena Walch
Pinot Bianco Riserva Passion 2010, St. Pauls
Pinot Bianco Barthenau Vigna S. Michele 2010, J. Hofstätter
Pinot Bianco Dellago 2007, Cantina Bolzano
Pinot Bianco Sanct Valentin 2007, St. Michael-Eppan
Terlano Pinot Bianco 1980, Terlan

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