Vendemmia: caldo e poca pioggia = meno vino e più gradi

Coldiretti sottolinea come per quest’anno ci si attende una produzione nazionale molto contenuta, intorno ai 40-43 milioni di ettolitri, sui livelli dello scorso anno, anche se la qualita’ delle produzioni vinicole si annuncia tra buona e ottima. I risultati produttivi definitivi dipenderanno dall’andamento climatico delle prossime settimane, anche se il caldo e la siccita’ si sono fatti sentire nei vigneti. Se Nerone sta costringendo le aziende a vendemmiare solo di mattina per evitare stress alle uve, le alte temperature hanno gia’ causato problemi tra i filari, seppur con risultati differenti sul territorio italiano. I cali produttivi maggiori si dovrebbero verificare nelle regioni che hanno sofferto di piu’ la mancanza di pioggia, dalla Puglia (-15-20 per cento) al Veneto (-10 per cento), dalla Toscana (-10 per cento) all’Emilia Romagna (-5/10 per cento), dal Piemonte al Friuli-Venezia Giulia.

Troppo caldo e poca pioggia, in Franciacorta e Lugana, dove ieri e’ cominciata la vendemmia, le rese sono in calo di oltre il 20 per cento. A causa di un andamento climatico incostante, caratterizzato da forti ondate di calore e siccita’ intervallate da piogge violente ma brevi – spiega la Coldiretti Lombardia – si annuncia in frenata la produzione dei 6 mila ettari di vigneti bresciani: ”I vigneti sono tra le coltivazioni piu’ sensibili ai cambiamenti climatici – dice Ettore Prandini, presidente della Coldiretti lombarda – e l’andamento del meteo di questi ultimi anni conferma un’incostanza di temperature e precipitazioni che rendono sempre piu’ difficile il lavoro degli agricoltori”.

Decisamente migliore la situazione nelle altre regioni, tanto che nel Lazio, in Sicilia e in Sardegna si potrebbe avere un aumento. Circa il 60 per cento della produzione nazionale sara’ destinata – sottolinea la Coldiretti – a vini di qualita’ con ben 517 vini a denominazione di origine controllata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a indicazione geografica tipica (329 vini Doc, 70 Docg e 118 Igt).

A cambiare è stata anche la gradazione alcolica che – sottolinea la Coldiretti – e’ aumentata di un grado, costringendo i disciplinari di vini a denominazione ad adeguarsi al cambiamento modificando i limiti minimi di gradazione alcolica sia al nord dove per la Barbera d’Asti si e’ passati per il base da 11,5 gradi a 12 e per il superiore da 12 gradi a 12,5 mentre al sud per l’Aglianico del Vulture la gradazione minima naturale delle uve alla vendemmia e’ passata da 11,5 gradi a 12,00 per il Superiore Docg a 13,00 gradi.
Nel 2012 la temperatura media – ricorda la Coldiretti – dei mesi di giugno e luglio e’ stata superiore di oltre 2 gradi rispetto alla media e oggi rispetto a 30 anni fa le uve ottenute da viti di equivalente produttivita’, appaiono caratterizzate da gradazioni zuccherine frequentemente piu’ elevate di 2-4 gradi brix, con acidita’ titolabili inferiori,
di circa 1-2,5 grammi/litro. Di fatto il vigneto Italia – precisa la Coldiretti – produce adesso uve piu’ precoci, meno acide e piu’ dolci rispetto al passato.