Bussia Soprana, la rivincita del Tempo

Eccoci di nuovo qui a raccontare di una bottiglia che ha lasciato il segno. Dopo l’Etna, stavolta tocca alle Langhe. Più precisamente a un Barolo. Bella forza, direte voi, è uno dei migliori vini al mondo. Sì, è vero. Ma c’è Barolo e barolo, giovani o invecchiati, botte grande o barrique… Decenni di discussioni. Io ora sono qui a raccontarvi solo di un mondo di profumi e sapori che si è improvvisamente materializzato sulla mia tavola, l’altra sera, complice la pioggia, i primi freddi e un piatto di genuino gulasch!
L’artefice di questo emozionante incontro è stato il Barolo Bussia annata 1997 di Bussia Soprana, Monforte d’Alba. Una azienda, questa, che ama i baroli (e il barbera d’alba) tradizionali e bene invecchiati.
Quando devo aprire una bottiglia che ha riposato per anni ho sempre un po’ di trepidazione: un po’ per l’ovvio rispetto che le si deve; un po’ perché non mi fido fino in fondo della mia cantina, che ha sì una escursione termica ridotta tra estate e inverno, ma non è perfetta; un po’ perché in 15 anni hai voglia quante cose possono essere andate per il verso sbagliato nella sua conservazione.
Quindi ho adottato tutte ma proprio tutte le tecniche possibili per l’apertura di cotanta bottiglia, persino il trasporto sul tavolo con qualche ora di anticipo affinché si acclimatasse alla stanza (non ridete: in Borgogna, in certi ristoranti dove si va più per bere che per mangiare, si può telefonare nel pomeriggio e il sommelier metterà la ovviamente costosa bottiglia sul vostro tavolo pronta per essere giubilata alla sera).
Aperta quindi con la massima cura, verso i bicchieri e li lascio tutti a respirare (i bicchieri più la bottiglia) per una buona mezz’ora abbondante. Confesso che lì per lì appena stappata la trepidazione si era trasformata in ansia perché il profumo ricordava quello dello sherry: “Vuoi vedere che è andata?” ho pensato. Poi il colore era proprio granato scurissimo, insomma c’erano tutti i motivi per essere preoccupati. Invece…
Invece piano piano la vecchietta si apre e dopo quasi un’oretta compaiono i primi profumi di lampone, ciliegie sotto spirito e, sotto sotto, un che indefinito di sottobosco: avete presente quando si va per castagne e la giornata è un pochino umida e tutte le erbe possibili fanno a gara a chi profuma di più? Ecco una cosa così.
Il gulasch è pronto e  c’è finalmente il primo assaggio di questa Bussia 1997. I tannini sono rotondi e perfettamente domati (dopo 15 anni….), il sapore in bocca gioca fondamentalmente sulle note balsamiche. Devo dire la verità, questo Barolo non me lo aspettavo così… Raffinato, ecco la parola giusta.
Tra una forchettata, una chiacchera, l’immancabile telefonata nel bel mezzo della cena, il vino era rimasto lì, sul tavolo, ed era passata un’altra ora. “Dai, ancora un dito, vediamo com’è dopo due ore”. Verso nei bicchieri, mettiamo al naso e ci guardiamo negli occhi, stupiti: il vino era completamente diverso. Era esploso. Alla raffinatezza si era aggiunto il calore: di frutta rossa o sentori alcolici nemmeno l’ombra, tutto ora si riconduceva al cacao in molte diverse sfumature, dal dolce all’amaro. C’era anche evidentissimo quel profumo di tabacco aromatico ma non pasticcione, nobile, per i fumatori di pipa mi riferisco a quelle (poche) marche in cui il cavendish non solo è di prima qualità ma non eccede nella mixture. Se come il sottoscritto siete amanti del cioccolato e del “lento fumo” con una radica, potreste starci delle ore con il naso dentro a quel bicchiere. Poi all’assaggio tutto era più consequenziale: la nota di cacao aveva soppiantato completamente quella balsamica, si percepivano chiaramente sapori che rimandavano al tartufo nero e alla liquirizia, quella in bastoncino che c’era una volta nelle vecchie farmacie. La persistenza era di quelle che caratterizzano i grandissimi vini liquorosi. Una meraviglia.
Insomma, avete capito. Avrei voluto raccontarvi di come sarebbe stata questa bottiglia anche dopo tre ore dall’apertura, ma purtroppo non ci è arrivata.
Sergio Bolzoni

Ps: non ho parlato di prezzi perché semplicemente non li so. Comprai anni fa questa bottiglia direttamente dal proprietario. Diciamo che solitamente Bussia Soprana rispetto ad altri nomi noti costa molto meno e come spero abbiate capito, vale tantissimo. Poi ognuno deve fare i conti con la propria spending review….

2 risposte a “Bussia Soprana, la rivincita del Tempo

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