Sono i vigneti del Barolo e del Barbaresco, ma anche del Dolcetto, del Nebbiolo, del Roero, dell’Arneis, del Barbera e dello Spumante e del Moscato d’Asti. Sono diventati il 50° sito patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco in Italia. Chiunque ci sia stato almento una volta ricorda la assoluta perfezione delle colline di Langhe, Roero e Monferrato, che, sopratutto nelle prime, assurgono a paesaggio quasi irreale, con quelle vigne ordinate alla perfezione. Barolo, Monforte, Serralunga, Nizza, Canelli, tanti i nomi di paesi che sanno di vino, di vino buono. Dopo anni di lavoro a Doha in Quatar hanno riconosciuto l’importanza del lavoro di generazioni di contadini e vignaioli che hanno plasmato un territorio straordinario per la qualità del prodotto e per la bellezza dell’insieme. Quelle vigne del Piemonte quindi sono considerate nel mondo da oggi come il centro storico di Firenze, o la Cappella Sistina. Continua a leggere
Archivio mensile:Giugno 2014
Sicilia en primeur 2014: raffinatezza e territorio
Sicilia en primeur 2014 è un grande evento di presentazione alla stampa internazionale e nazionale dell’annata dei vini siciliani con degustazione alla cieca e non di (quasi) tutti i vini dei produttori appartenenti ad Assovini Sicilia che cura la manifestazione. Noi di Avvinando abbiamo la fortuna di partecipare da diversi anni a Sicilia en primeur e quest’anno complice il fatto di aver assaggiato davvero una quantità notevole di bottiglie è giunto il momento di fare un bilancio di come secondo noi si è evoluta la viticoltura isolana. Partendo da un dato quasi più antropologico che storico: qui l’uva ha accompagnato l’uomo fin dalla notte dei tempi. Persino sulle Eolie, location della kermesse di quest’anno al Therasia Resort di Vulcano, che anzi furono per certi versi un crocevia importantissimo della diffusione del vino, come ha raccontato il professor Attilio Scienza portando ad esempio la presenza nello straordinario museo archeologico di Lipari di una anfora di Chios, uno dei vini più rinomati dell’antichità. Ebbene, presi nel suo insieme, oggi possiamo dire che i vini della Sicilia si sono lasciati alle spalle definitivamente la nomea non sempre positiva di vini “forti” per lasciare il campo a una ricerca di grande raffinatezza, tradotta però in sicilianità, che vuol dire territori particolari che regalano vini altrettanto unici. Vediamo quali ci sono piaciuti di più quest’anno.